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giovedì 25 giugno 2009

Il Diavolo veste... bianco e rosso, ovvero: i piaceri della carne

Andando a dare un'occhiata al sito Repubblica.it, mi sono imbattuta in un articolo quantomai curioso: "Arizona, il ristorante che fa male alla salute".

In un primo momento credevo si trattasse del resoconto di qualche NAS locale il quale, facendo ispezioni a livello nazionale, segnalava i posti da non visitare per motivi di scarsa igiene o quant'altro.

Con mia sgomenta ed incredula sorpresa, ho invece scoperto che esiste veramente in Arizona un ristorante ove le cattive (cattive? Pessime!) abitudini alimentari e non, sono il motivo per cui questo posto é diventato una specie di luogo di culto del "trash".

Il posto si chiama "Heart Attack Grill" ed il nome é tutto un programma.

Io non sono una fervente religiosa, ma dando uno sguardo al posto si ha veramente l'impressione di entrare in un luogo infestato da diavoli, o meglio diavolesse, tentatrici: suadenti, sorridenti, magrissime ed inguainate in succinti abitini da infermiere, le cameriere del posto (tutte rigorosamente donne!) servono degli hamburger che possono raggiungere le dimensioni improbabili di 4 strati (o si tratta forse di piani?) di carne, "arricchita" come se non fosse abbastanza, di sottilette, pomodori, cipolle, mayonese e chissá cos'altro ancora.

Le patatine sono rigorosamente fritte nel lardo; la "Coca Cola" non é ammessa, in quanto troppo "povera" di gas: ecco allora che viene sostituita da una piú venefica "Jolt Cola", una specie di bevanda il cui contenuto di anidride carbonica basterebbe a gonfiare il pneumatico di un TIR.

Le sigarette? Alla faccia delle varie campagne anticancro per cui gli Stati Uniti stessi investono un mucchio di soldi e le varie compagnie tipo la Philip Morris sborsano milioni di dollari per risarcire le famiglie di personde morte a causa dei danni provocati dal fumo, qui non solo sono ammesse, ma vengono vendute addirittura senza filtro (e mica le pallidine "Kim", bensí le "Lucky Strike"...).

Alla lettura di questo articolo, ho subito pensato al paese dei Balocchi di collodiana invenzione e a come i malcapitati che vi andavano, da persone diventavano tutti somari.

Vero é che gli americani sono famosi per la loro ironia e le loro contraddizioni, ma credo che stavolta si stia esagerando un tantino tanto.

Fortuna che leggendo il blog del titolare del locale, ho visto che non ha intenzione alcuna di aprire una catena in franchising.

mercoledì 24 giugno 2009

C'é un tempo per ridere...

Cara Mirella, questo fiore lo dedico a te.

A te che mi hai visto crescere,
a te che hai sempre avuto una parola gentile quando qualcuno di noi si sentiva giú,
a te che bastava un tuo sorriso per riportare serenitá e che ti sei fatta in mille pezzettini per essere d'aiuto a tutti.

A te mando un caro saluto, col sorriso spento e con la tristezza di chi vivrá solo dei ricordi piú belli e cercherá di cancellare quello piú brutto che ha posto fine alla tua vita.

A te un bacio, da lontano.

venerdì 19 giugno 2009

La pseudo Nutella

Il bello dei blogs di cucina in generale, é che si ha la possibilitá di imparare tante ricette e/o di scambiarne altrettante. Per non parlare poi dei vari motori di ricerca che permettono di trovare in un battibaleno qualunque desiderio godereccio-alimentare.

In uno dei miei attacchi di cucina fai-da-te, mi sono data alla ricerca della ricetta della Nutella. Sapevo fin dall'inizio che l'esito sarebbe stato negativo: credo che la ricerca della ricetta della Nutella e quella del Santo Graal vadano di pari passo, ma nessuna dei due ha dato finora risultati concreti.

Fatto sta che comunque in rete ho trovato una cosa che ci si avvicina molto come consistenza e che, anche se con la Nutella non ha molto in comune, é comunque bonazza (nel senso del gusto) e gradevole da spalmare.

I francesi la definirebbero una "crème à tartiner" ed il significato ci sta tutto.

Occorrono:
  • 45 gr. di Nocciole tostate e spellate
  • 30 gr. di Cacao
  • 30 gr. di Cioccolato Bianco
  • 350 ml di Latte
  • 65 gr. di Zucchero

Le nocciole tostate si mettono in un frullatore insieme ad un cucchiaio di zucchero. Si aziona e si lascia in movimento fino a che le nocciole non si polverizzano ed amalgamano allo zucchero in una pasta compatta (grazie alla fuoriuscita dell'olio naturale).

Si mescolano in un recipiente 2 cucchiaini di zucchero, il cacao e 50 ml. di latte, dopodiché si unisce la pasta di nocciole. Si aggiungono successivamente ulteriori 50 ml di latte e si amalgama il tutto.

In un tegame si versano il latte e lo zucchero rimasti ed il cioccolato bianco e si mescola a fuoco moderato. Una volta sciolto il cioccolato, si unisce la miscela di cacao e nocciole e si continua a mescolare per 40 minuti (ebbene sí, dopo il ginocchio della lavandaia ed il gomito del tennista, esiste anche il polso della cochetta golosa), fino al rassodamento della crema.

Trascorso il tempo, si versa in un barattolo pulito e si lascia raffreddare scoperchiato. Si conserva in frigo per una settimana circa (sempre che ci arrivi!).

Io l'ho spalmato su pane bianco fatto seguendo la ricetta della MdP, "arricchito" da mandorle tostate.

Gelato al Mirtillo

Visto che non faccio altro che vedere in giro gelati e gelatiere, mi sono finalmente decisa a farne uno pure io e giá che ci sono, lo accludo alla raccolta di Stefania.

Veloce e godurioso!!

Ho usato:
  • 150 gr. di Mirtilli
  • 75 gr. di Zucchero
  • 125 ml di Acqua
  • 150 gr. di Yoghurt intero (meglio se bio e meglio ancora se il mio )

In un pentolino, mescolare l'acqua con lozucchero e farlo sciogliere. Aggiungere i mirtilli e portare il tutto quasi a bollore: devono tirare fuori il liquido, ma non devono cuocere.

Lasciare raffreddare il composto ed unirlo allo yoghurt.

Con il minipimer frullare il tutto (io ho lasciato qualche frutto intero, ma degustibus), lasciare riposare in frigorifero, dopodiché versarlo nella gelatiera ed aspettare che la goduria prenda forma!!

Io ho il modello con accumulatore di freddo che va pre-congelato in freezer.


Gelatina di Uvaspina con Menta

In questo periodo, sono costretta ad una latitanza coatta non perché abbia deciso di darmi alla macchia, quanto per il fatto che il pc fa le bizze. Per sopperire a tale mancanza, devo utilizzarne uno "a pedali" (tanto per rendere l'idea di come stia combinata). Sto seriamente prendendo in considerazione l'idea di comprarne uno nuovo, magari alle mele verdi e non alle pere cotte come questo!

Tutto ció peró non mi esime dal continuare a spignattare, assaggiare, provare e fotografare. Oggi che il mio computer riesce a reggere, ne approfitto per postare veloce veloce.

Questo é l'inizio della stagione per l'uvaspina ed essendo un frutto che mi piace da morire, ne ho fatto una gelatina, arricchita da menta fresca.

Non so se sia per il cambio di aria o perché con le mie piante ci parlo tutti i giorni, ma sta di fatto che ultimamente assisto ad una specie di mutazione genetica tale per cui mi sembra di essere Gulliver nel paese di Brobdingnag. Certo, un gigante non lo sono mai stata, ma mi pare che crescano un po' troppo...



A parte questa piccola divagazione sul tema, dicevo di aver fatto la gelatina: di una facilitá mostruosa e di una buonezza buonosa (vige sempre e comunque il detto "Ogni scarrafone é bello a mamma sua", sia ben chiaro).

Ho usato:
  • 500 gr. di Uvaspina
  • 50 gr. di Zucchero Semolato
  • 125 gr. di Zucchero per Marmellate 2:1 (cioé per un tot di frutta, l'esatta metá in peso di zucchero. In mancanza, dose doppia di 1:1)
  • succo di Mela (eventuale)
  • un rametto di Menta fresca

In un pentolino, ho messo l'uvaspina lavata e privata dei "ciccetti"alle estremitá. L'ho pestacchiata a dovere e ho aggiunto lo zucchero. Dopo aver portato a bollore e lasciato che uscisse lo sciroppo dai frutti, ho versato il tutto in un telo e fatto scolare (senza piú toccarlo, sennó diventava opaco!!) in un contenitore graduato.

Una volta raccolto tutto il succo (parliamo di un'oretta circa), l'ho versato in un pentolino.

A questo punto c'é da dire una cosa: se il succo raccolto raggiunge i 250 ml, allora si puó continuare con la fase successiva. Se cosí non fosse, si aggiunge tanto succo di mela quanto basta.

Versato il succo nel pentolino, ho aggiunto lo zucchero 2:1 e riportato a bollore, eliminando di volta in volta la schiuma formatasi.

Dal rametto di menta ho staccato le foglie, le ho lavate, sminuzzate ed unite alla gelatina.

Messo tutto in un vasetto di vetro sterilizzato, chiuso il coperchio, capovolto e fatto freddare.

lunedì 15 giugno 2009

La Sagra delle Fragole

Ieri a Kronberg si é svolta la Sagra delle Fragole.

In pratica ogni vicolo, ogni viuzza, ogni negozio, esponeva e vendeva fragole e suoi derivati. Oltre a torte, gelati e leccornie varie, si poteva gustare la "Bowle alle Fragole", una specie di bomba a orologeria composta da fragole marinate nel loro liquore per 24 ore e poi versate in una grossa insalatiera insieme ad una bottiglia di vino bianco, una di vino rosé, una di prosecco ed addolcita da un po' di zucchero. Naturalmente, servita ghiacciata.

Non so se ricordate il famoso spot "Piú lo mandi giú e piú ti tira su".

Beh, dopo aver bevuto il bicchiere n° 5, ho cominciato a sentire arrivare gli effetti del 1°...

Il resto della storia é a zig-zag!

venerdì 12 giugno 2009

La Rote Grütze

Ricordo quando mi trasferii in Germania qualche anno fa, che l'impatto col mondo tetesco non fu dei piú facili: c'era in primo luogo l'ostacolo della lingua da imparare, oltre ad una serie di altre incombenze che, col tempo, sono riuscita a superare.

La lingua tedesca dicevo, é stata forse la cosa che piú mi ha messo soggezione quando ho messo piede in terra teutonica, non tanto per la difficoltá della grammatica (anche se qui vorrei aprire un capitolo a parte, ma lasciamo perdere), quanto per la durezza del suono dei vocaboli che di brutto hanno cozzato con la musicalitá della lingua italiana cui ero abituata.

Vedevo le persone per strada parlare tra di loro e mi soffermavo ad osservare le venature dei loro colli che si gonfiavano e rilassavano ad ogni frase, chiedendomi se prima o poi sarebbero scoppiate.

Tutto ció per dire che, quando sentii parlare per la prima volta della Rote Grütze (piú o meno letta: Rote Griuzze), pensavo a qualche parolaccia (e sí perché per un arcano motivo, quando si studia una lingua straniera le parolacce sono quelle che restano da subito le piú impresse).

Con mia grande e bella sorpresa, ho invece scoperto che la Rote Grütze é un tipico dessert tedesco a base di frutti rossi, un po' gelatinoso, che si serve normalmente con una salsa alla vaniglia.

Io da brava italiana, non mi accontento di una sola opzione per cui lo metto anche sul gelato o, come questa volta, sullo yoghurt per la colazione.

Per farlo é semplicissimo e non ci vuole poi nemmeno tanto tempo.

Occorrono:

  • 250 gr. di Ribes
  • 250 gr. di Ciliege (o Ciliegie?!?)
  • 250 gr. di Lamponi
  • 500 gr. di Fragole
  • 3/4 l di Vino Rosso
  • 250 gr. di Zucchero
  • 1-2 cucchiai di Amido

Si mette a bollire il vino rosso con lo zucchero (lasciandone un poco da parte dove si scioglierá l'amido). Si aggiunge la frutta lavata e tagliata a pezzi (ove necessario) e si porta a cottura. In ultimo, si aggiunge l'amido sciolto e si lascia addensare il tutto.

Questa era la frutta a mia disposizione, ma le varianti sono diverse. Al posto del vino si puó usare del succo d'arancia o di mela o chi piú ne ha, piú ne metta.

C'é anche una versione "invernale" della Rote Grütze, dove si aggiungono cannella e chiodi di garofano al vino per renderne il gusto piú forte, ma finché siamo in estate é bene godersela cosí!

lunedì 8 giugno 2009

Le Ricette di Cucina, ovvero l'aggregatore di Blog

Detta cosí, sembra quasi un'arma spaziale, l'aggregatore di blog.

In realtá, altro non é che una bella iniziativa presa da Il Ricettario di Bianca. Non bisogna far altro che fare la richiesta di iscrizione qui .

Una volta accettata l'iscrizione, verrá incluso il proprio blog in una lista che permetterá di farsi conoscere.

Non é la festa dell'egocentrismo, ma é piuttosto la possibilitá di incontrare tante altre persone che hanno come comune denominatore la passione per la cucina e scambiare con loro opinioni, idee e ricette. Che c'é di male?

giovedì 4 giugno 2009

Melanzanata alle trote affumicate

Oggi approfitto del fatto che il mio pc stia vivendo una fase di calma apparente e, prima che decida di impallarsi di nuovo, posto un altro post ☺

Incredibile ma vero, pare che cambiando tipo di fornello, cambi anche il tipo di cottura. Mi spiego meglio: in un post precedente, avevo dato per persa la possibilitá di poter friggere le melanzane, dopo una giornata passata a pulire gli schizzi di olio sparsi per la cucina.

Ebbene, quella unica e sola volta avevo la cucina a piastre. Ora che ho la cucina col vetroceramica, ogni cosa che faccio mi riesce, pare, alla prima botta.

Ho realizzato questa melanzanata a modo mio, dopo aver letto qualcosa di simile in un libro di cucina.

Ho utilizzato:
  • 2 Melanzane
  • 1 noce di Burro
  • 2 cucchiai di Farina
  • 1 bicchiere di Latte
  • 125 gr. di Filetti di Trota Affumicata
  • 2 Mozzarelle
  • 10 Pomodori Ciliegini (circa)
  • Foglie di Basilico
  • Sale e Pepe

Dopo aver lavato le melanzane, le ho tagliate a fette, cosparse di sale e messe a scolare in un colapasta.

Ho preparato la simil besciamella facendo sciogliere il burro, unendo la farina e, dopo aver fatto leggermente imbrunire il composto e sempre continuando a mescolare, il latte (attenzione, ché l'impasto burro-farina é piuttosto briccone: se si versa il latte subito, succede l'ira di Dio. Togliere il tegame dal fuoco ed aspettare che si raffreddi il composto prima di unire il latte).

Quando la besciamella ha raggiunto la consistenza desiderata (all'occorrenza aggiungere altro latte), ho unito i filetti di trota leggermente sminuzzati con le mani. Il calore ha fatto sí che si sciogliessero quasi completamente. Salare con cautela, perché il pesce é saporito di suo.

Le melanzane, le ho strizzate, infarinate e fritte in poco olio di arachidi. Le ho messe a scolare su carta da cucina, dopodiché le ho adagiate in uno strato in una teglia da forno.

Ho composto i vari strati versando di volta in volta la besciamella con la mozzarella tagliata a dadini, i pomodori tagliati a fettine ed il basilico.

Una spolverata di pepe, un giro di olio , dopodiché ho messo la teglia in forno preriscaldato a 200° per 10 minuti circa, il tempo necessario a far sciogliere la mozzarella.



Chi la dura...

...la vince. Eccome se la vince!!!

Qualche giorno fa (prima che il pc cominciasse a fare i capriccetti, accipicchiaccia e mondo gattaccio!), raccontai di un flop micidiale mentre mi cimentavo nella preparazione del pane, sebbene fosse con la MdP.

Ebbene, Signore e Signori, mi sono messa di buzzo buono e stavolta é cresciuto, cresciuto, crs,crs,crsuto che per riuscire a fotografarlo tutto mi sono dovuta mettere i tacchi al dito. Anzi, meglio: ho usato come piedistallo ció che rimaneva del fallimento precedente (a mo' di snob!).

Stavolta ho cambiato gli ingredienti (vabbé che errare é umano, ma perseverare é diabolico!), e mi sono buttata sul "l'ho giá fatto e so che non posso fallire" e ho usato:
  • 1 Uovo intero + 1 Tuorlo
  • Acqua tiepida (piú avanti spiego quanta)
  • 500 gr. di Farina O
  • 1 1/2 cucchiaino di Sale
  • 2 cucchiaini di Zucchero
  • 25 gr. di Burro ammorbidito
  • 1 cucchiaino di Lievito in Polvere

In un bicchiere graduato ho versato l'uovo, il tuorlo e l'acqua tiepida fino al raggiungimento di 300 ml (ecco quanta). Mescolato leggermente e versato nella MdP.

Ho aggiunto la farina, il sale, lo zucchero ed il burro (in angoli opposti, ché proprio non si sopportano a vicenda). Al centro dello stampo ho fatto un leggero incavo all'interno della farina, avendo cura di non raggiungere l'acqua sottostante e ho versato il lievito.

Dopo aver chiuso il coperchio, ho selezionato il programma "normale" a cottura media, ho avviato la macchina ed aspettato che 'o miracolo si compiesse.

E se compiesse assaie, se compiesse!