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venerdì 29 maggio 2009

Lo yoghurt

Qualche tempo fa mi é arrivata, come ogni giorno, la rassegna dei 20 blog quotidiani da parte de "Il Bloggatore" e vi ho trovato un post di Anice&Cannella che insegnava come fare lo yoghurt senza l'ausilio della famigerata macchinetta (che tanto avrei voluto comprare, ma ho raggiunto un punto tale che sia le dispense della cucina che qualsiasi scaffale, armadio, cassettiere, scarpiere, mobiletti del bagno, vaso dei fiori, mensole o tappeti sparsi per casa hanno sventolato bandiera bianca).

Fino a quel momento avevo sempre comprato lo yoghurt, poi é successo 'o miracolo: seguendo le istruzioni passo-passo, m'e venuta fuori una bontezza che piú bontezza non si puó. Morbido, cremoso, per niente acido, mi dispiaceva quasi mangiarlo.

Siccome io non conosco mezze misure, non appena vado in estasi per qualcosa, qualunque essa sia, comincia quella che io chiamo "l'ondata", ossia mi concentro su quella cosa fino a che non scopro che ce n'é un'altra che improvvisamente mi interessa di piú e ricomincio daccapo. Per esempio, scopro che ci possono essere diversi modi per cucinare un determinato ingrediente? DRUM, via di pignatta; scopro la macchina del pane? Evvai a sfornare! E cosí via.

La preparazione é estremamente semplice, per cui la riassumo cosí:
  • 1 L di Latte fresco Intero
  • 1 vasetto di Yoghurt Intero freschissimo (125 gr.)
In un tegame si porta ad ebollizione il latte (occhio che il latte é malandrino: sonnecchia sonnecchia e non appena ti distrai un attimo si scatafascia tutto fuori dal tegame e so' dolori!), si leva con un cucchiaio la panna formatasi e si fa raffreddare fino a che raggiunge la temperatura di 38° circa.

In un contenitore di plastica dotato di coperchio, si versa lo yoghurt (la "lezione" originale, prevedeva due soli cucchiai, ma a me ha funzionato anche con tutto il vasetto. Fate vobis) e lo si sbatazza un po' con la frusta, tanto per dare qualche schiaffone ai fermenti che cosí si svegliano.

Si aggiunge il latte col febbrone, si chiude il contenitore e si avvolge a doppia mandata in un telo (io ho usato un grembiulone da cucina che di stoffa ne ha a sufficienza).

Si mette poi 'sto fagotto nel forno pre-riscaldato a 50° e successivamente spento e si fa riposare senza muoverlo per almeno 6 ore. Si mette in frigo e si consuma il giorno successivo. Per avere altro yoghurt fresco, basta ripetere le stesse operazioni, utilizzando parte di quello giá preparato.

Nell'attacco di "ondata" di cui sopra, ho trovato questo libro (scritto in francese, non so se ne esista una traduzione in italiano) che é la raccolta di 100 ricette di yoghurt scritto da una bloggarola (o blogghista?) e, grazie al quale, ho realizzato lo yoghurt alla menta.


Il procedimento usato é stato lo stesso, solo che ho bollito insieme al latte tre bei ramotti di menta fresca. Forse presa dall'eccitazione, mi aspettavo di mangiare qualcosa che assomigliasse ad una gomma da masticare (anche perché avrei dovuto aggiungere dello zucchero e non l'ho fatto), invece ho avuto la piacevole sorpresa di avere una crema leggermente mentolata cui ho aggiunto un pizzico di sale ed una spolverata di pepe e che ho usato su un filetto di pesce cotto al vapore.

Ma tu guavda 'sti fvanscesi!

giovedì 28 maggio 2009

Questa non potevo perdermela

Qualche tempo fa, Leggendo il Blog di Alex & Mary mi sono imbattuta nell'iniziativa "ciofeca day" .

In quella particolare occasione non pensai di candidarmi per un senso del pudore che, per qualche motivo, mi ha sempre sottratto al pubblico ludibrio. Ognuno ha i suoi complessi...

Poi é successa una cosa: ho scoperto che (e scusate la presunzione!) non sono l'unica che ogni tanto "toppa".

Come in una seduta psicoanalitica di gruppo, molte persone hanno trovato divertente e liberatorio parlare pubblicamente di situazioni che, al momento in cui si sono verificate, potevano essere risolte solo con lo scavare una profonda buca e sotterrarcisi.

Io non credo che ci sará una seconda edizione di questa "Festa della Liberazione", ma vorrei raccontare lo stesso questa storia, perché mi é appena successa e non potevo tenerla tutta per me.

Allora, tra i tanti libri di cucina che possiedo, ne ho uno per fare il pane con la MdP.

Normalmente, quando leggo una qualsiasi ricetta, nel passare in rassegna i vari ingredienti mi ritrovo a fare come i bambini alle prese con l'album delle figurine: ce l'ho, ce l'ho, mi manca, ce l'ho, mi manca...

Stavolta invece la lista era completa e, presa dall'eccitazione, mi sono sporcata la faccia di farina (per fare piú scena) e data all'arte panificatrice, anche se il tutto l'avrebbe svolto la macchina.

Questa la lista degli ingredienti:
  • 175 ml di Acqua Tiepida
  • 1 1/2 cucchiaio di Olio di Semi di Girasole
  • 225 gr di Farina Integrale
  • 1 cucchiaio di Latte in Polvere
  • 1 cucchiaino di Sale
  • 2 Cucchiai di Zucchero di Canna
  • 1 cucchiaino di Lievito in Polvere

Ho versato nella macchina l'acqua e l'olio, dopodiché ho distribuito uniformemente la farina ed il latte in polvere. Agli estremi del cestello ho unito il sale da una parte e lo zucchero dall'altra.

Ho fatto col dito un buco nella farina, avendo cura di non raggiungere l'acqua sottostante e versato il lievito.

Ho chiuso il coperchio della macchina, scelto il programma "farina integrale" e "doratura media" ed azionato il motore.

A lavoro ultimato, ho sfornato il pane e lasciato freddare completamente.

Ora, questa é la foto di come avrebbe dovuto essere:

e questa specie di corpo contundente é invece quello che ho tirato fuori (e anche in malo modo) io:

Cosa sia andato storto non lo so, ma so che la cosa era troppo divertente per non poterla raccontare.

Wasaaaaaaaaa, ovvero Zuppa di Piselli al Wasabi

Non mi sono impazzita, anche se con questo tempo ballerino ne avrei ben donde.

Il fatto é che ieri sera ho fatto una zuppa ai piselli e wasabi ed inevitabilmente mi é tornato in mente uno spot di qualche anno fa di una birra (clicca il titolo, please) altamente demenziale, ma terribilmente contagioso.

La realizzazione é alquanto facile ed il gusto, beh non saprei definirlo. Io parto, giustamente a torto, dal principio che tutti sappiano cosa sia il wasabi. Per i "profani" del genere, rimando a piú dettagliate spiegazioni qui.

Quanto alle dosi consigliate, beh preferirei tenermi molto sul generico ed affidarmi al gusto personale: puó infatti semplicemente aromatizzare la zuppa con un retrogusto quasi amarognolo o puó, se aggiunto in quantitá maggiori, avere effetti "stappanaso".

Tornando alla zuppa, ho usato:
  • 1 Cipolla
  • 2 Patate
  • 1 barattolo di Piselli (nulla vieta di poter utilizzare quelli congelati o, meglio ancora, freschi)
  • 500 ml. di brodo
  • 2 cucchiai di Aceto di Riso
  • Wasabi (per le dosi, come detto si "pucci" di tanto in tanto il cucchiaio fino a trovare la giusta dose)
  • Filetti di Salmone in tranci giá spinati
  • Olio evo

In un tegame, con dell'olio evo si fa ammorbidire la cipolla a pezzetti. Si aggiungono poi le patate sbucciate e tagliate a dadini ed i piselli e si lascia insaporire il tutto. Si versa il brodo e si porta il tutto a cottura. Un'aggiustatina di sale e si passa poi il tutto sotto le "grinfie" del minipimer.

Una volta ridotta la zuppa in una densa crema, ho aggiunto l'aceto di riso (in mancanza, si puó optare per 1 solo cucchiaio di aceto bianco) ed il wasabi (occhio!!!). Se la crema fosse troppo densa, si puó allungare eventualmente con un goccio di latte.

In un padellino antiaderente, ho fatto saltare i filetti di salmone (io non ho aggiunto l'olio, ché il salmone é grasso di suo), li ho salati (ma nemmeno tanto), pepati e serviti insieme alla zuppa impiattata.



mercoledì 27 maggio 2009

Finto Gelato al Lemon Curd e Fragole

In questi giorni di intenso caldo (ma chi l'ha detto che in Germania piove sempre?!?), la sola idea di accendere il computer mi fa sudare come un tacchino.

In un "buco" di annuvolamento che ha leggermente smorzato l'afa, ne ho approfittato per postare una ricetta che é a metá tra un gelato ed una mousse fredda (da qui il titolo).

L'idea mi é venuta dopo aver passato un bellissimo week-end a Strasburgo. Che c'entra Strasburgo? Presto detto: é una cittadina il cui centro storico straripa letteralmente di negozietti che vendono delizie di tutti i generi: dalle cioccolate (e solo per questo val bene una Messa!) alle spezie, passando per i vari paté di fegato d'anatra (é il maggiore produttore europeo) alle salse e salsette. Sí insomma, é una cittá da mangiare con gli occhi e non solo!

Uno di questi "salsettari", esponeva una crema al limone che ha tanto ricordato la mia prima marmellata fatta alla "veneranda" etá di anni 10: il lemon curd. Il Lemon curd, é una marmellata inglese a base di uova, burro e limone e che, in vista dell'estate, é un vero e proprio suicidio per la linea.

Vero é peró che ho pensato (a pietosa giustificazione di quello che stavo per fare) che le fragole col limone sono un "must" dell'estate e comunque dei periodi caldi. Della serie: "come si fa a diventare una lattina coi piedi, sapendo di diventarlo e non potersi/volersi tirare indietro"...

A proposito di limone, devo dire che é la prima volta quest'anno che "sacrifico" uno dei limoni del mio alberello. Ogni volta che provo ad avvicinarmici armata di forbici, mi torna in mente la parabola di Abramo ed Isacco (ovviamente in senso mooolto lato) e, illuminata dal rimorso, ritiro immediatamente la mano asciascina...

Ad ogni modo, ho riveduto e corretto la ricetta e ho usato:


  • 2 Tuorli + 1 Uovo intero
  • 70 gr. di Zucchero
  • 1 noce di Burro
  • 2 Limoni
  • 1 foglio di Colla di Pesce (o 4 gr.)
  • 200 gr. di Panna
  • 300 gr. di Fragole tagliate a dadini e "marinate" con 1/2 cucchiaio di Zucchero
  • Foglie di Menta per decorare (facoltativo)
La colla di pesce l'ho ammollata in una recipiente con acqua fredda. Nel frattempo, ho grattugiato un limone, li ho spremuti entrambi e messo la scorza, il succo, lo zucchero ed il burro in un contenitore resistente al calore. Ho scaldato il contenitore a bagnomaria e lasciato che si sciogliesse il burro, mescolando di continuo. Ho aggiunto la colla di pesce strizzata e continuato a mescolare.

In una ciotola a parte, ho battuto leggermente le uova ed unite al composto di limone. Qui il mio adorato minipimer dotato di frusta, ha dato una prova di fedeltá e pazienza molto fuori dal comune. Sí perché questo composto, va mescolato a bagnomaria per una trentina circa di minuti finché diventa una crema densa e spumosa (io avevo il dito incancrenito, ma come si dice: "tanto é il bene che mi aspetta, ch'ogni pena m'é diletta").

Una volta raggiunto lo scopo, ho lasciato raffreddare la crema e montato la panna bella soda.

Ho unito il tutto, mescolando delicatamente dal basso verso l'alto.

In un bicchiere ho versato le fragole, ho coperto con la crema al limone e lasciato rassodare il tutto per un paio di ore. Ho guarnito con le foglie di menta e servito.

mercoledì 20 maggio 2009

Barche di Melanzane al Forno

Oggi sono alle prese con la mia ennesima "zingarata" in cucina.

Essendo questo un periodo ancora non particolarmente caldo (quanto durerá?), ne ho approfittato per giocare ancora una volta col forno.

Uno dei miei ortaggi preferiti é la melanzana. La "morte sua", come si dice a Roma e secondo i miei gusti, é fritta. L'ultima volta che peró mi sono cimentata in questa impresa, ho passato una buona mezza giornata a ripulire la cucina dagli schizzi d'olio sparati a raggiera. Da allora e a malincuore, ho modificato le mie abitudini preferendo preparazioni piú innocue.

L'intrugliata del giorno, quindi, l'ho fatta cosí:
  • 2 Melanzane medie
  • 1 Cipollotto
  • 200 gr. di Carne macinata
  • 1 bicchiere di Vino bianco
  • 1/2 spicchio di Aglio ridotto in pasta (o in polvere: é meno "alitoso")
  • 1 Zucchina tagliata a "julienne"
  • 1/2 cucchiaio di Timo
  • Foglie di Menta sminuzzate
  • Sale e Pepe
  • Olio evo
  • Ricotta stagionata

Le melanzane, dopo averle lavate, le ho tagliate a metá, ne ho inciso la polpa in profonditá, le ho leggermente salate e "sporcate" di olio evo e le ho messe a cuocere in forno riscaldato a 180° per 30 minuti circa.

Nel frattempo in una padella, con dell'olio evo ho imbiondito i cipollotti tagliati a rondelle, ho aggiunto e rosolato la carne, bagnato col vino bianco, lasciato sfumare, salato e pepato. Aggiunto le zucchine e fatte saltare 5 minuti (non troppo, ché essendo "sfrizzolate" si cuociono in un attimo).

A cottura delle melanzane, con un cucchiaio ho estratto la polpa, avendo cura di non rompere la buccia. L'ho sminuzzata e versata nella padella con la carne. Ho aggiunto l'aglio in pasta, il timo, la menta ed amalgamato il tutto.

Con questo popó di roba, ho riempito le melanzane e le ho rimesse in forno per 10 minuti circa.

Guarnito con la ricotta grattugiata, aspettato qualche minuto (il tempo che mi ci é voluto per fare qualche foto accettabile) e pappato.


lunedì 18 maggio 2009

Petto d'Anatra al Mango

Ci sono dei giorni in cui mi capita di voler fare l'alchimista in cucina e ieri sera é stato uno di quei giorni.

Al grido di "Amó, famolo strano!!", ho voluto sperimentare l'abbinamento mango-anatra, pur non avendo idea a cosa andassi incontro.

Devo dire che spruzza di qua, aggiungi di lá, sventola di sopra e soffia di sotto, alla fine sono riuscita a mangiare tutto e a fare anche la "scarpetta" (alla faccia del bon ton!).

La realizzazione é alquanto facile e veloce e servono:
  • 1 Petto d'anatra
  • 1 Mango
  • 1 noce di Burro
  • 2 cucchiaini di Zucchero
  • 1 cucchiaio di Miele
  • 1/2 bicchiere di Aceto
  • Vino Madeira (o Marsala)
  • Sale e Pepe

Al petto d'anatra, dopo averlo sciacquato ed asciugato con carta da cucina, ne ho inciso la pelle a losanghe e l'ho messo, dalla parte della pelle, a rosolare in una padella ben calda per 5 minuti circa. Trascorso il tempo, l'ho girato e rosolato per altri 5 minuti (a coperchio semi-chiuso, sennó schizza tutto lo schizzabile!). Ho salato, pepato e messo a "riposare" in un piatto coperto e tenuto in caldo.

Nel frattempo in un secondo padellino, ho messo a sciogliere la noce di burro e unito lo zucchero fino a farlo leggermente caramellare. Ho aggiunto il miele ed il mango pelato e tagliato a dadini.

Dopo aver mescolato per amalgamare gli ingredienti, ho aggiunto l'aceto e portato a cottura, regolando di sale.

Nella padella dove ho rosolato l'anatra, ho sgrassato il fondo di cottura, ho unito il vino Madeira e fatto leggermente ritirare la salsa.

Al momento di impiattare, ho "scaloppato" il petto d'anatra, l'ho condito con la salsa al Madeira ed accompagnato col mango in agro-dolce.

TADAAAAAN!


giovedì 14 maggio 2009

Aspic con salsa Remoulade

Ma chi l'ha detto che gli stampini da muffin in silicone servano solo per fare i muffin?

Sicuramente nessuno (da me me la canto e da me me la suono...) ed é per questo motivo che li ho utilizzati per fare degli aspic monoporzione ricavati dalle costole del maiale. La ricetta l'ho copiata in gran parte da un libro per preparazioni col microonde anche se é facilmente realizzabile con le tradizionali cotture al fornello.


Come al solito, a seconda di come si voglia porzionare il piatto, si puó sempre decidere se farlo essere un antipasto, un secondo con contorno o addirittura un piatto unico. A voi la scelta!

Ricapitolando, ho usato:

  • 1 Kg. di Costole di Maiale
  • 1 L di Acqua
  • 2 foglie di Alloro
  • 4 Chiodi di Garofano
  • 12 grani di Pepe (6 Bianco e 6 Nero)
  • 2 Cipolle a spicchi
  • Sape
  • 200 ml di Aceto bianco
  • 2 cucchiai di Zucchero
  • 10 fogli (40 gr. ca.) di Gelatina

In un contenitore di vetro piuttosto ampio (io ho usato il Pirex col coperchio) mettere l'acqua, la carne, le cipolle e gli aromi e, dopo averlo coperto cuocere per 20 min. a 1000 W.

Trascorso il tempo, girare la carne, aggiungere l'aceto e lo zucchero e terminare la cottura per ulteriori 20 minuti a 440 W.

In un recipiente a parte, con ammorbidire la gelatina tenendola immersa in acqua fredda.

Controllare che la carne sia cotta, dopodiché estrarla dal brodo e tagliarla in pezzi piú o meno grandi.

Filtrare il brodo e versarci i fogli di gelatina ammorbiditi.

Versare nelle formine (o in un'insalatiera, degustibus) un poco di liquido e lasciarlo rapprendere.

Aggiungere successivamente la carne sminuzzata e ricoprire col brodo fino ad esaurimento.

Lasciare raffreddare in frigorifero e servire con salsa remoulade.

Cos'é la salsa remoulade? É una mayonese (fatta in casa o comprata), arricchita di:

  • Cetriolini sottaceto tagliati a dadini
  • Pepe Verde in grani e parte della sua Salamoia
  • Prezzemolo tritato (o erba cipollina)
  • Capperi tritati
  • Senape (al meglio piccante)
  • Cipolla tritata molto finemente
Siccome io l'ho presentato come piatto unico, ci ho aggiunto le "Bratkartoffeln", ossia patate sbollentate in acqua, tagliate a fette e saltate in padella con burro, cipolle crude e speck a dadini.

Molto kucina teteska!!

domenica 10 maggio 2009

La Salsa Verde, questa sconosciuta...

Gente che vai...

quando ho sentito parlare per la prima volta della salsa verde qui in Germanolandia (e stiamo parlando di qualche settimana fa, essendo una specialitá regionale), pensavo a quella che faceva mio padre a base di aglio, alici, prezzemolo, aceto, pane sbriciolato, ecc. ecc.

Mai errore fu piú grossolano: la salsa verde, come la intendono qui, é a base di ben 7 erbe differenti e cioé: borragine, cerfoglio, crescione, prezzemolo, pimpinella, erba cipollina e acetosa. Solitamente si trovano nel banco frigo di supermercati o fruttivendoli giá belle e pulite, sapientemente dosate e soprattutto incartate in morbidi fogli di carta bianca che ne mantengono l'aroma e la freschezza a lungo.

Vengono sminuzzate ed unite a uova lesse, diversi altri ingredienti (ci sono svariate versioni, piú o meno "light") ed usate come condimento per asparagi, trote lesse, punta di petto di manzo bollita o per le "bratkartoffeln", ossia patate sbollentate in acqua, tagliate a fette e saltate in padella con cipolle e speck a dadini (che fame nera, nerissima!!).

Sebbene sia questa salsa una pronipote di quella italiana, ha perso le caratteristiche della bis-bis-bisnonna per assumere nel tempo una propria identitá.

Poiché questo periodo non é particolarmente freddo (diciamola tutta: l'estate avanza galoppando e la prova costume incalza...), ho optato per la versione quasi light e cioé ho usato:
  • 1 Pacco di Erbe da 250 gr.
  • 1 goccio di Acqua
  • 2 cucchiai di Olio evo
  • 2 Uova sode
  • 1 noce di Burro
  • 2 cucchiai di Farina
  • 1 cucchiaino da the di Zucchero
  • 3-4 cucchiai di Aceto
  • 1 cucchiaio di Senape (al meglio, quella piccante)
  • 1 vasetto di Yoghurt (in alternativa Panna Acida, Maionese, o entrambi gli ingredienti)
  • Sale

Dopo aver lavato le erbe, le ho messe nel bicchiere del minipimer insieme all'acqua e le ho sminuzzate a piú riprese (per evitare che, surriscaldandosi, perdessero il loro aroma), le ho messe in un colino e conservato l'acqua che hanno sprigionato. Le erbe le ho successivamente messe in una ciotola, ho unito l'olio e mescolato con cura.

In un pentolino, a fuoco dolce ho sciolto il burro ed unito la farina. Continuando a mescolare, ho fatto leggermente imbiondire il composto (come si fa per la besciamella, per dirla in soldoni). Dopo aver levato dal fuoco e lasciato leggermente raffreddare (sennó sai che grumi!), ho unito l'acqua ricavata dalle erbe e ricavato una specie di besciamella verde.

A composto quasi freddo, ho unito lo zucchero, l'aceto, le erbe, gli albumi dell'uovo sodo sminuzzati (i tuorli vanno passati attraverso le maglie di un colino), la senape ed in ultimo lo yoghurt.

Aggiustato di sale, messo in frigorifero per qualche ora a riposare ed usato per il bollito.



martedì 5 maggio 2009

Tortino alle Zucchine e Speck

Ci sono delle volte in cui, nel leggere delle riviste o nel cogliere ispirazioni dalla radio o dalla televisione, mi viene voglia preparare questo o quel piatto (tipo il famoso detto di Nicoló, che quello che vede vó).

Caso specifico, ieri sera: m'era venuta voglia di fare un tortino alla ricotta con le zucchine.

Mhhm, tutta gasata al pensiero mi sono accinta a lavare le zucchine e a preparare tutti gli altri ingredienti di cui mi sarei servita di volta in volta. Ho lasciato per ultimo la ricotta perché, mi sono detta, é meglio che rimanga in frigorifero per evitare che si scaldi mentre rosolo le zucchine .

Quando tutto era ormai pronto per essere assemblato ed avevo raggiunto il famoso punto del non ritorno, apro il frigo e comincio a cercare l'ingrediente clou: la ricotta.

Cerco sulla porta laterale e niente; cerco allora nel ripiano davanti a me (pensando che il maritozzo l'avesse spostata e che l'avesse messa nel posto per lui piú logico da ritrovare), ma ahimé senza successo. Presa da un momento di smarrimento, ho passato in rassegna tutte le mensole del frigorifero cercando dietro alle coste di sedano, tra le bottiglie di birra e nei cassetti delle verdure, ma della ricotta non c'era piú traccia.

Mi sono ricordata poi (sempre col senno del poi!) di averla utilizzata per altri scopi ed in tempi non sospetti e di aver rimosso il tutto dalla mente... 'Cidenti, mi sono detta!

Quando ormai il piú era fatto, sono stata illuminata da San Rimedio: ho trovato del formaggio tipo Philadelphia alle erbe che ha salvato me dallo sgomento e risolto soprattutto la cena. Ho soltanto apportato delle piccole modifiche al piano prestabilito.

Per farla breve, ho usato:
  • 1 rotolo di Pasta Sfoglia giá stesa
  • 1 Cipolla
  • 2 Zucchine lavate e tagliate a bastoncini
  • Olio evo
  • 100 gr. di Speck affumicato a dadini
  • 1 Uovo
  • 150 ml. scarsi di Panna liquida da cucina
  • Parmigiano Reggiano
  • Noce Moscata
  • 200 gr. di formaggio tipo Philadelphia alle Erbe
  • Sale e Pepe

La pasta sfoglia l'ho srotolata e ci ho foderato una teglia. La parte eccedente, l'ho tagliata e messa da parte.

Ho bucherellato la superficie con una forchetta, l'ho coperta con della carta da forno e ci ho distribuito delle perle di ceramica (che sostituiscono i tradizionali fagioli secchi) e l'ho messa in forno a 190° circa per 15 minuti.

Nel frattempo, in una padella con poco olio evo ho ammorbidito la cipolla sminuzzata. Ho aggiunto le zucchine e lo speck e li ho saltati brevemente a fuoco vivace.

In una ciotola ho versato tutti gli altri ingredienti ed amalgamato fino ad ottenere una crema densa e liscia. Ho unito le zucchine e mescolato bene.

Tolta la teglia dal forno, ho eliminato le perle (o i fagioli), ho versato la crema al formaggio con le zucchine, ho coperto parzialmente con i ritagli di pasta sfoglia avanzati ed infornato nuovamente a 200°per altri 10 minuti.

Ho aspettato qualche minuto prima di servire e poi... ho servito!

lunedì 4 maggio 2009

Il mio pesto di Rucola

In uno di questi mercati all'aperto ove si estendono banconi carichi di frutta di ogni forma e colore e dove si viene avvolti dal profumo delle verdure fresche, ho trovato della rucola il cui colore verde brillante é stato per me come il richiamo delle sirene per Ulisse.

I mercati all'aperto mi riportano inequivocabilmente al ricordo di mio nonno, il quale girava paziente tra un banco e l'altro e non andava via fin quando non avesse trovato le cose che cercava e che dovevano essere esattamente come se le era prefigurate (un capoccione abruzzese tosto come una quercia).

Lui aveva una pazienza infinita nella ricerca di queste cose ed era anche disposto a comprare enormi quantitá di merci (dall'alto dei suoi 2 metri di altezza ed uno di larghezza, se lo poteva permettere), ma lasciava puntualmente ogni venditore coi capelli dritti e stremato dal dovergli stare appresso.

Io assistevo ogni volta a queste sceneggiate divertita fino alle lacrime. Per me era un rituale al quale non potevo rinunciare. Non c'era banco che non venisse "battezzato": e assaggia questo spicchio d'arancia (che a me sembrava ottima, ma che lui rifiutava con disgusto e che quindi non pagava), e prendi questa mela (stessa storia), e il pesce puzza di vecchio, e la carne non é quella dell'allevamento X, e pitipim e pitipam. Passata qualche ora e caricate belle buste di merci, ci avviavamo a casa (a piedi) e cominciava per me la seconda parte del divertimento, che consisteva nel vederlo cucinare...

Tutta 'sta filippica per dire che rivivo ogni volta queste emozioni e mi faccio prendere, ora come allora, da attacchi di eccitazione nel girare tra i banchi impregnati di quell'odore che solo le verdure finalmente maturate al sole e non in serra sanno dare.

Dicevo, tra le altre cose acquistate, ho trovato della rucola bellissima che veniva dritta dritta dall'Italia: il venditore, anch'egli italiano, si é mostrato particolarmente ben disposto nei miei confronti (potenza di un sorriso a 64 denti ben assestati o semplicemente spirito di "fratellanza italiana" all'estero?). Per questo motivo, mi ha regalato (verbo poco conosciuto in Germania) anche una testa d'aglio fresco, anch'esso italiano.

Con la rucola comprata fresca fresca, ci ho fatto il pesto e lo abbiamo usato sia per condire gli spaghetti, sia come crema spalmata su crostini di pane abbrustolito (al sol pensiero, mi ritorna l'acquolina!).

Ho usato:
  • 300 gr. di Rucola
  • 1 spicchio d'aglio
  • 60 gr. circa di noci Macadamia
  • Parmiggiano Reggiano (a gogó)
  • Pecorino romano (la metá circa, quindi solo il gó)
  • Olio evo
  • un goccio di Latte (nel caso la salsa diventi troppo fitta)
  • Sale e Pepe

Devo ammettere (e qui scattano le bacchettate sulle dita!) che avrei dovuto usare il mortaio come la tradizione dei "pestaroli integralisti" impone, ma io ne ho uno piccolo piccolo che mai avrebbe potuto contenere (non almeno in una botta sola) tutti gli ingredienti a disposizione :-(

Ad ogni modo, ho messo nel bicchiere del mio minipimer (sí, frustatemi!!) tutti gli ingredienti e frullato fino a raggiungere la consistenza desiderata. Vualá!