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giovedì 30 dicembre 2010

Anatra Ripiena

Le Feste di Natale si sa, sono un periodo dell'anno in cui ci si sente piú buoni, portano serenitá, fanno sí che ci si renda piú disponibili col prossimo, trasformano case e giardini in spettacoli di luci colorate.

Cosa non da sottovalutare, si "legalizzano" quei pranzi e quelle cene che, durante l'anno, mai e poi mai ci si sognerebbe di preparare e soprattutto di mangiare. Al ritmo di "Quello? Noooooo, m'ingrassa!!" "Quell'altro? SCHERZI?!? Poi devo stare in apnea una settimana per chiudere i pantaloni!" "Quell'altro ancora? Per caritá!", si cerca (e, almeno nel mio caso, non si trova) di darsi un contegno. Arriva poi "l'amnistia" natalizia e allora ogni reato gastronomico viene perdonato.

Visto che Babbo Natale mi ha portato con un po' di anticipo il regalo che gli avevo chiesto, ho visto bene di inaugurarlo con il piatto tipico delle Feste, almeno qui in Germania: l'anatra al forno ripiena.


 Ho usato:
  • 1 Anatra da 3 Kg. circa
  • 2 Scalogni
  • 1 Carota
  • 1 Mela
  • 400 gr. ca. di castagne precotte
  • 1-2 cucchiai di Olio evo
  • Sale e Pepe
  • 1 bicchiere di Vino bianco
  • 1 bicchiere di Brodo
Si sbucciano la mela e lo scalogno e si tagliano a dadini. Spezzettare grossolanamente i marroni e sminuzzare le carote. Mescolare poi il tutto ed amalgamarlo con l'olio.

Salare e pepare l'interno dell'anatra, dopodiché riempirla con le verdure. Cucire l'apertura con dello spago da cucina.

Io faccio la fanatica e dico di aver usato la pentola di ghisa col coperchio (Babbo Natale...), ma anche una teglia da forno va bene. Nel caso, si aumenta la quantitá di brodo.

Accendere il forno a 200° ed infornare il pennuto. Il tempo di cottura é di circa 30-35 minuti per kilo di carne. Trascorsa 1 ora e1/2 ho tolto il coperchio, irrorato col sugo e lasciato "abbronzare" per un'altra 1/2 ora.

Prima di servire l'anatra, ho sgrassato la salsa (il grasso non si butta!!! Si puó filtrare, si lascia solidificare e si utilizza al posto del burro per la cottura di volatili in genere).

Come vuole la tradizione delle Feste, non é assolutamente un piatto dietetico, porta serenitá e ci si sente piú buoni dopo averlo mangiato (e anche piú pesanti).

Buone Feste, buon Anno e buon Appetito!!!

lunedì 15 novembre 2010

Dolce di Natale, il Christstollen

Lo so non é ancora Natale, ma dappertutto si vedono giá le decorazioni, i rami di abete intrecciati con palle dai mille colori. Devo dire che questo scenario non si addice molto al tempo, visto che nonostante siamo a fine Novembre, fa un caldo fuori dal normale.

Volendo peró adeguarmi all'atmosfera, mi sono cimentata nella preparazione di quello che qui in Germania passa come il "compare" (cugino é giá un po' troppo) tedesco del panettone italiano.

La preparazione é molto meno elaborata di quella del panettone ed il tempo di lievitazone é decisamente inferiore.

Ci sono diverse versioni di questo dolce: con i canditi (che a me non piacciono) e l'uvetta, con la frutta secca, col lievito di birra o con quello per dolci, ecc. ecc.

Unico denominatore comune é il burro: di quello purtroppo non se ne puó fare a meno. Non a caso, si chiama anche Butterstollen.

Io ho provato la versione coi pistacchi, il marzapane ed il lievito di birra.

Per realizzarlo, occorrono:
  • 500 gr di Farina
  • 1 dado di Lievito di Birra (42 gr.)
  • 1/8 l di Latte
  • 5 cucchiai di Zucchero
  • 250 gr. di Burro
  • 100 gr di farina di Mandorle
  • 1 pizzico di Sale
  • 1 bustina di Zucchero Vanigliato
  • 1 fialetta di Aroma di Mandorle
  • Buccia grattugiata di 1 Limone
  • 250 gr di Marzapane
  • 80 gr. di Pistacchi
  • Zucchero a Velo
In una ciotola (io ho usato quella del robot da cucina), disporre la farina a fontana. Riscaldare leggermente la metá del latte, aggiungere 2 cucchiai di zucchero e sciogliervi il lievito. Versare il composto al centro della fontana e mescolare unendo parte della farina, fino ad ottenere una poltiglia bella densa. Coprire con un panno e lasciare riposare il lievitino per 15 minuti circa.

Sciogliere 200 gr. di burro ed unirli alla 2. metá del latte. Lasciar raffreddare ed unire la farina di mandorle, 3 cucchiai di zucchero, il sale, lo zucchero vanigliato, l'aroma di mandorle e la buccia di limone grattugiata.

Versare il tutto nella ciotola e, inserendo il gancio per impastare, lavorare l'impasto fino a che tutti gli ingredienti saranno amalgamati uniformemente.

Coprire nuovamente con un panno e lasciare lievitare per 1 ora (io l'ho messo nel forno leggermente riscaldato e poi spento).

Trascorso il tempo, versare l'impasto su un piano di lavoro infarinato (o su un foglio di silicone) e, lavorandolo leggermente, distribire i pistacchi, amalgamando. Stendere con le mani fino ad ottenere un rettangolo. Lavorare il marzapane fino a farlo diventare un salsicciotto ed adagiarlo nel senso della lunghezza sul rettangolo ottenuto. Ripiegare su se stesso, in modo da avvolgere completamente il marzapane.

Trasferire il panetto con tutto il foglio di silicone su una teglia da forno e coprire di nuovo per 30 minuti.

Scaldare il forno a 200° (evitare il ventilato) ed infornare a metá altezza per 50 minuti circa. Trascorsi 10 minuti, ridurre il calore a 175° e proseguire la cottura.

Trascorso il tempo, sfornare il dolce e spennellarlo ancora caldo col rimanente burro fuso. Avvolgerlo in un foglio di alluminio e lasciarlo in pace (non spiluccare, t'ho visto!!!) fino al giorno dopo.

Cospargerlo con zucchero a velo e... HO HO HOOOO!!

Per conservarlo a lungo (a lungo? beato chi ci riesce!), riavvolgerlo nel foglio di alluminio.

giovedì 11 novembre 2010

Tortino alle Mele

Certe volte, anzi troppo spesso, nel fare la spesa dimentico che la nostra numerosissima famiglia é composta da due persone: me e Ciccio.

Mi ritrovo a comprare caterbe di roba che puntualmente vanno poi ad alimentare il congelatore (conoscendomi, l'ho comprato apposta a forma di armadio).

Credo, anzi ne sono certa, di avere ereditato questa strana abitudine da mio nonno: pure lui aveva la mania di "azzeppare" il frigorifero con ogni sorta di cibi. La differenza tra i due peró, sta nel fatto che mentre lui sopravvisse a due guerre e quindi sviluppó col tempo una sorta di autodifesa alla fame patita all'epoca, io mi limito ad accumulare nel caso in cui, non si sa mai... É anche vero che i frigoriferi e le dispense semivuote mi mettono 'na tristezza!!

Tutto ció premesso, per spiegare che l'altra settimana non ho saputo (tra le altre cose) dir di no ad una cassetta di mele che primeggiava sugli scaffali di un supermercato.

Avevo a disposizione (naturalmente!) un rotolo di pasta sfoglia, un tempo da lupi e tante tante mele. "Combinazione perfetta!" mi sono detta e quindi...

Ho usato:
  • 1 Rotolo di Pasta Sfoglia
  • 4 Mele
  • 1 noce di Burro
  • 1 cucchiaio di Zucchero di Canna
  • 2, ma anche 3 cucchiai di Amarettini
  • Cannella in polvere (io ne ho usata a gogó, ma degustibus)
Tanto per cominciare, ho acceso il forno a 200°.

Gli amarettini e la cannella, li ho messi nella moulinette e tritati fini.

Ho sbucciato le mele, private dei torsoli, tagliate a pezzetti e messe ad ammorbidire in un tegame insieme al burro e allo zucchero di canna.

La pasta sfoglia, dopo averla stesa, l'ho tagliata a misura di due pirofile da forno (mono/bi-porzione) e ne ho rivestito il fondo. Non essendo le forme di silicone, le ho prima leggermente imburrate.

Ho aggiunto alle mele gli amaretti tritati con la cannella, ho amalgamato il tutto e versato poi il composto nelle pirofile.

Infornato per 30 minuti circa e... Buon Natale (l'ho giá detto che c'é un tempo da lupi?)!!


martedì 9 novembre 2010

Timballini di Patate e Spinaci al Forno

Comincio col ringraziare Sonnenblume per avermi consegnato un premio (alla latitanza?):



A questo punto dovrei passarlo ad altri 15 bloggers, ma poiché manco da tanto onestamente non saprei da chi cominciare. Lo passo quindi a tutti e buonanotte!

Detto ció, confesso di esserci cascata di nuovo: piú cerco di tenermi alla larga da negozi che vendono "impiccia-cucine" e piú puntualmente la "vocina suadente" dentro di me, mi dice: "Ma entra, tanto non trovi piú niente che non abbia giá..." ERRORE DI SBAGLIO!!!! Pure stavolta hanno vinto loro ed io, tapina, ho ceduto alla tentazione.

L'impiccio di oggi, in realtá non é proprio nuovo nuovo. O meglio é nuovo di negozio, ma porta egregiamente sulle spalle circa una settantina di primavere.

É nato come cuociuova, ma io le uova non le avevo. Potevo lasciarlo cosí bello bello a guardarmi dallo scaffale? Eh no, carino!! Cosí l'ho messo subito al lavoro.

Ho usato:
  • 1 Kg. di Spinaci freschi
  • 3-4 Patate
  • 1/4 l. di Latte
  • 1 dl ca. di Panna
  • 1 rametto di Rosmarino
  • 3 spicchi di Aglio
  • Formaggio grattugiato (Parmigiano o Emmenthal o icché vi pare)
  • Sale e Pepe
In un tegame (io non ho usato olio, ma é soggettivo), ho fatto asciugare gli spinaci puliti, insieme a due spicchi di aglio schiacciati.

In un altro tegamino, ho portato a bollore il latte insieme all'aglio ed il rosmarino e lasciato insaporire per qualche minuto.

Ho Sbucciato le patate e con una mandolina le ho tagliate a fette di 3 mm. di spessore circa.

Dopo aver eliminato l'aglio ed il rosmarino dal latte, ho aggiunto la panna, salato con moderazione, pepato e mescolato il tutto.

Ho imburrato leggermente gli stampini e li ho foderati con le fette di patate. Ho aggiunto uno strato di spinaci, insaporito col fomaggio grattugiato e ripetuto il procedimento fino ad esaurimento degli ingredienti.

Ho versato il miscuglio di latte e panna negli stampini riempiendoli fino a metá circa ed infornati per 35 minuti circa in forno preriscaldato a 190° o fino a che le patate non siano risultate belle dorate.

Ho lasciato riposare qualche minuto prima di servire (anche perché sarebbe stato impossibile mangiarli prima).

E pure 'st'impiccio l'abbiamo "battezzato"!!

venerdì 5 novembre 2010

A Zamp de Puerc al Forno, meglio conosciuta come "Schweinshaxe"

Ricordo il mio stupore quando atterrai in terra teutonica, convinta che la Germania fosse il Paese dove piove sempre, dove i tedeschi indossano i calzini bianchi, le Golf sono arancioni e dove si mangia che "manco a li cani"...

10 anni sono trascorsi da allora e ancora oggi trovo questo paese straordinario sotto tanti aspetti. Certo, le radici italiane non le taglio, ma rimane il fatto che aprire il cuore ad altri orizzonti mi ha fatto capire quanti pregiudizi spesso hanno condizionato il mio modo di vedere le cose.

Tutto ció premesso, presento oggi Siore e Siori, quello che ha segnato in modo inesorabile il mio giro vita, che mi fa addannare perché colpisce il mio punto debole e al quale proprio non riesco a resistere (sono facilmente corruttibile, accidenti!): la Schweinshaxe (oppure, detta in soldoni, stinco di maiale al forno).

Devo dire di aver provato diversi metodi di cottura, ma nessuno mi ha mai soddisfatto in pieno: o mangiavo un "carognone" duro arrabbiato nonostante lo irrorassi con vini, birre, brodi e accidenti vari oppure, nel cercare di aggiustare i tempi di cottura ottenevo un "mortaccino" moscetto e quasi lesso...

Finalmente, posso dire con orgoglio di aver scoperto la cottura ideale!

Ho usato:
  • 2 Stinchi di Maiale
  • Verdure per brodo (cipolle, carote, sedano, porri, alloro, ecc.)
  • 1 pugno di Pepe in grani
  • 1 cucchiaio di Bacche di Ginepro (facoltativo)
  • 3-4 Chiodi di Garofano
  • Sale
In una pentola bella grande, ho messo tutti gli ingredienti (ad esclusione del sale) e gli stinchi. Ho coperto di acqua e portato ad ebollizione a tegame coperto. Salato e, abbassando la fiamma, ho lasciato sobbollire per 1 ora e 1/2 circa.

Trascorso il tempo, ho acceso il forno a 190°, ho tolto gli stinchi dal brodo (che potrá essere usato una volta sgrassato, nella preparazione di zuppe. Oppure si potrá congelare in attesa di tempi migliori), li ho appoggiati su un tagliere e ne ho incideso la cotenna con tagli trasverali (essendo caldi, sará questione di un attimo!).

Ho nuovamente aggiustato di sale, dopodiché ho adagiato gli stinchi direttamente sulla griglia e li ho infornati sistemando una leccarda riempita di acqua (raccoglierá il grasso ed eviterá che la carne si secchi durante la cottura).

Li ho lasciati cuocere per 1 ora circa, fino alla completa doratura della cotenna. Volendo, si puó usare il grill per qualche minuto.

Li ho serviti, accompagnati con del puré alle erbe (si puó, in alternativa, optare per dei cavoli rossi stufati, o icché vi pare).

Anche questa volta, degli stinchi ho lasciato solo le iniziali nel piatto. Puonizzimo, carantito!!



lunedì 13 settembre 2010

Polpo al Vino Rosso

Quando si dice che non tutti i mali vengono per nuocere...

Ci voleva una bella influenza tardo-estiva per farmi stare a casa, riprendere la tastiera in mano e dare una sonora spolverata a questo blog pieno di ragnatele.

Il tempo dei mondiali é (per fortuna) archivato da tempo, sicché il senso di colpa per aver "fatto secco" il cugino del polpo Paul l'ho seppellito come l'ascia di guerra, in attesa di tempi migliori.

Questo non é un piatto sfornato proprio ieri e nemmeno ieri l'altro, ma vale la pena di gustarlo in ogni momento, sia caldo che freddo.

La ricetta l'ho presa da un libro di cucina greca, pur avendola riveduta e corretta (nemmeno troppo, in realtá).

Ho usato:
  • 1 Polpo da 1 Kg ca.
  • Olio evo
  • 1/2 l di Vino Rosso
  • 200 ml di Aceto di Vino (Rosso)
  • 1 pugnetto di Pepe in grani
  • Sale (forse!!)
  • Prezzemolo fresco
Lavare il polpo, dopodiché tagliarlo a pezzetti di 3 cm. circa.

In un tegame, scaldare l'olio e rosolare il polpo a fuoco sostenuto. Versare il vino, l'aceto, il pepe in grani e portare ad ebollizione.

Lasciare cuocere a tegame coperto e a fuoco basso per un'ora circa. Una volta trascorso il tempo aggiustare, se necessario, di sale.

Servire, cospargendo con abbondante prezzemolo tritato.

Kali orexi!!!



martedì 4 maggio 2010

Asparagi al Bacon e... Uovo di Colombo

Poffarre e perdindirindina, é passato piú di un mese dall'ultima volta che mi sono affacciata nel bloggomondo e la cosa mi irrita non poco!!

Non so come riescano molti di voi a conciliare lavoro, famiglia e blog, avendo a disposizione "solo" 24 ore...

Questa é un'altra ricettina faffú, copiata peró di sana pianta al Sig. Giacomo Oliviero.

Si fa in un battibaleno e servono:
  • 1/2 Kg. di Asparagi Verdi
  • 1 confezione di Bacon a fette
  • Sale e Pepe
  • Olio Evo
  • 4 Uova fresche
Lavare gli asparagi e tagliare le basi legnose.

Dopo averli asciugati, avvolgerli uno per uno nel bacon ed adagiarli in una pirofila da forno.

Condirli con dell'olio evo e metterli in forno preriscaldato a 200° per 10 minuti.

Nel frattempo, lessare le uova alla "lacrima" ed interromperne la cottura sotto un getto di acqua fredda.

Servire gli asparagi dopo averli conditi con sale (POCO, per via del bacon!!) e pepe e "pucciarli" nelle uova.

VUALÀ!!

Ora scusate, ma mi inabisso per un altro po'





P.S.: 'sta tovaglia é un cazzotto in un occhio...

venerdì 26 marzo 2010

♫♫Viva lla Pappappappa col Popopopopopopomodorooooo...♫♫

Eh si, la pappa col pomodoro é una di quelle zuppe che lasciano il segno.

É di una facilitá disarmante, di un gusto strepitoso e di calorie... lasciamo perdere!

Avendo ultimamente poco tempo a disposizione (che si é notato?), devo ingegnarmi per riuscire a mangiare in orari normali e senza dovermi "abbassare" a scongelare piatti pronti last minute.

Poiché avevo a disposizione una baguette che era diventata talmente dura da poter essere utilizzata come manganello, ho preferito farle fare una fine piú gloriosa.

Con le dosi sono andata molto ad occhio. Il risultato é che ho ottenuto una "cofana" di zuppa, capace di sfamare un reggimento...

Il fine ha comunque giustificato i mezzi.

Ho usato:
  • 2 Spicchi di Aglio
  • 1 Baguette rafferma
  • 1/2 l ca di Brodo
  • 1 Kg. di pomodori
  • Passata di Pomodoro
  • Basilico Fresco (tanto!)
  • Sale e Pepe
  • Parmigiano grattugiato
In un tegame, con dell'olio evo ho rosolato a fuoco dolce gli spicchi di aglio tagliati a rondelle sottili.

Ho aggiunto poi il pane tagliato grossolanamente (praticamente mi si é sbriciolato sotto la lama del coltello) ed il brodo precedentemente riscaldato.

I pomodori li ho tagliati a pezzettoni ed uniti al resto, facendo cuocere il tutto per circa 1/2 ora e comunque fino a che hanno quasi disfatto il pane.

Poiché la zuppa era un po' troppo "anemica", ho aggiunto la passata di pomodoro in quantitá tale da ravvivarne il colore (e quindi, ad occhio!).

Dopo aver aggiustato di sale e pepe, ho aggiunto il basilico spezzato grossolanamente (a mano e NON col coltello, ché si sprigiona meglio tutto l'aroma!!) ed amalgamato il tutto.

Ho impiattato e servito in tavola, non prima peró di aver unito una bella spolverata di Parmigiano ed un giro di olio d'oliva quello buono


Ora veniamo ai ringraziamenti a Luca & Sabrina e a Federica per avermi dato questo bellissimo premio (in ritardissimo perché io ed il tempo andiamo in direzioni opposte!!)

Per ritirarlo le modalità sono queste:


1) postare il premio
2) passare il premio a 12 amici…
3) mettere i loro link
4)avvisarli del premio ricevuto
5) dire chi ti ha regalato il premio

Mi piacerebbe poter scegliere "solo" 12 persone cui donarlo a mia volta, ma essendo tutti voi sempre cosí carini nei miei confronti, ve lo passo paro paro.


martedì 9 marzo 2010

Zuppa di Lenticchie Rosse al Cocco

Si dice che il lavoro nobiliti l'uomo. Si dice sí, é vero. Ma che il lavoro debba strizzarmi come un limone, questo non lo dice nessuno. Eppure é cosí!!

Da qualche giorno sono alle prese con l'impossibile ed il riuscire ad affacciarmi nel bloggomondo é diventato veramente un lusso. Mi dico che passerá, ma intanto "sguazzo" beatamente (in senso lato!) tra mari di carte, fotocopie, appunti in pdf e quant'altro riesca ad atterrare sulla mia scrivania.

Ho fatto una minestrina "faffú" (fast food) che, devo dire, ha appagato l'occhio e calmato l'animo esagitato da rientro dopo una delle ennesime giornate da dimenticare...

Ho usato:
  • 3 Patate
  • 250 gr di Lenticchie Rosse
  • 1 Cipolla
  • 1 stecca di Lemongrass
  • 1 pezzo (2 cm. ca) di Zenzero fresco sbucciato e grattugiato
  • 1/2 lattina di Latte di Cocco
  • Brodo (qb)
  • 1 cucchiaino di Curcuma
  • Sale e Pepe
Ho rosolato in poco olio evo la cipolla con lo zenzero ed il lemongrass tagliato a rondelle.

Ho aggiunto poi le patate sbucciate e tagliate a pezzi, le lenticchie rosse. il latte di cocco e tanto brodo necessario a coprire a filo le verdure.

Ho lasciato cuocere per 20 minuti circa, dopodiché ho ridotto il tutto ad una crema col minipimer.

Ho regolato di sale, pepe (ho usato quello bianco, perché non mi piaceva che si vedessero i puntini neri) ed aggiunto la curcuma.

Impiattato, mangiato e, stracca cummacché mi sono poi lasciata languidamente abbracciare da Morfeo (di lui, la mia dolce metá non é geloso!!)


domenica 21 febbraio 2010

Satay di Pollo con Salsa alle Arachidi

Sono vittima della legge del contrappasso.

Non so se capita solo a me, ma spesso nella vita mi trovo a dover prendere una decisione che mi porta a rifiutare categoricamente di fare una determinata cosa, di dire "MAI E POI MAI E MAI PIÙ" e di illudermi che il mio rifiuto sia per sempre accettato ed archiviato.

Succede poi che col tempo (anche a distanza di mesi o anni), si ripresenti la stessa occasione mascherata in modo tale che non riesca a riconoscerla subito e che mi veda costretta ad accettarla, perché é ormai troppo tardi per tornare indietro.

Queste cose mi mandano in bestia, ma al tempo stesso non riesco a fare nulla per evitarle (oh, sono vittima del contrappasso!).

Beh, piccolo preambolo per dire che forse latiteró per qualche giorno perché, come un pollo, sono ricaduta nella trappola...

Proprio a proposito di pollo, tanto per restare in tema, ho fatto i satay thailandesi.

Data la consistente presenza del burro di arachidi e del latte di cocco, non é un piatto che si possa definire dietetico, ma é un peccato di gola che vale la pena togliersi (tanto fa freddo...).

Ho usato:
  • 2 Petti di Pollo
  • 1/2 bicchiere ca. di Salsa di Soia
  • 2 cucchiai di Olio
  • 1 Spicchio d'Aglio
  • 1 pezzo (circa 2 cm.) di Zenzero Fresco
  • 200 ml ca. di Latte di Cocco
  • 1 cucchiaio di Pasta di Curry rosso (occhio che pizzica cummacché!!!)
  • 2 cucchiai di Burro di Arachidi
  • 1 cucchiaio abbondante di Zucchero di Palma (o Zucchero di Canna)
  • Sale
  • Olio di Arachidi
  • Spiedini di Legno tenuti almeno 1/2 ora a mollo in acqua
Nel mortaio, ho ridotto l'aglio e lo zenzero sbucciato ad una pasta.

In una ciotola, ho mescolato la salsa di soia con l'olio e la pasta di aglio e zenzero.

Il petto di pollo, l'ho tagliato per il lungo a strisce di 1 dito di spessore circa (ho le mani piccole...) ed infilato poi le strisce ad onde negli spiedini di legno umidi.

Ho adagiato gli spiedini ottenuti in una pirofila ed irrorati con la salsa di soia, lasciandoli marinare, coperti ed in frigorifero, per almeno un paio di ore.

Per la salsa, in un tegame ho messo poco olio di arachidi ed aggiunto la pasta di curry, facendola rosolare brevemente.

Ho aggiunto il latte di cocco, il burro di arachidi e lo zucchero di palma (o di canna), lasciando cuocere per qualche minuto a fuoco dolce fino a far diventare la salsa cremosa e regolando di sale.

In una padella antiaderente, ho rosolato a fuoco vivo per pochi minuti gli spiedini da ambo le parti e li ho serviti poi con la salsa alle arachidi.

A questi , "MAI E POI MAI E MAI PIÙ", sono sicurissima di non dirlo. Che il contrappasso sia di nuovo in agguato?

lunedì 8 febbraio 2010

Muffin al Cioccolato mascherati da Arlecchino

Ebbene sí, é finalmente arrivato il tempo di festeggiare il Carnevale!!

Fa sempre freddo, ma almeno ora ci si distrae pensando a come mascherarsi, a come truccarsi e, soprattutto, a cosa mangiare (lo so, siamo nati per soffrire...).

In attesa di conciarmi per le Feste (é il caso di dirlo), ho pensato per l'occasione di mascherare da Arlecchino i muffins per la prima colazione.

La ricetta mi é stata data dal mio amico Marco, mentre al trucco e parrucco ci ho pensato io .

Ho usato:
  • 250 gr di Farina
  • 125 gr. di Zucchero
  • 2 cucchiai di Cacao Amaro. Ma facciamo 3!!
  • 1 bustina di Lievito
  • 250 ml di Latte
  • 1 Uovo
  • 90 ml di Olio di Semi
  • Tante Pastiglie colorate al cioccolato
Mescolare all'inizio gli ingredienti secchi, avendo cura di setacciare il cacao ed il lievito attraverso un colino.

Unire poi quelli liquidi. Aggiungere le pastiglie al cioccolato, avendo cura di mescolarle dall'alto verso il basso per evitare che affondino.

Versare negli stampini pre-imburrati ed infarinati (o direttamente in quelli di silicone) e "decorare" con qualche pastiglietta qua e lá.

Infornare a forno giá caldo a 180° per 20-30 minuti circa (prova stecchino!!) ed aspettare che si raffreddino prima di toglierli dagli stampini.

Che dire? Non posso parlare con la bocca piena...

mercoledì 3 febbraio 2010

Insalata di Patate al Pepe Rosa

Una ricettina veloce veloce per preparare l'insalata di patate in versione alternativa.

La ricetta originale prevedeva l'uso del peperoncino fresco.

Va bene che fuori fa freddo, ma di lessarmi la lingua col peperoncino nel tentativo di scaldarmi, ancora non ho voglia. Per questo motivo, ho ripiegato sui grani di pepe rosa.

Occorrono:
  • 600 gr ca. di Patate
  • 6 cucchiai di Olio evo
  • 2 cucchiai di Acqua bollente
  • 2 cucchiai di Aceto di Vino
  • 1 cucchiaino di Zucchero
  • scorza grattata di 1/2 lime
  • 1 cucchiaio abbondante di Pepe Rosa in salamoia
  • Sale e Pepe
Ho sbucciato le patate, le ho tagliate a fette e le ho messe in una pirofila di vetro (con coperchio!) con poca acqua salata. Le ho lessate al microonde a 600 watt per 10 minuti.

In una ciotola, ho mescolato tutti gli altri ingredienti avendo l'accortezza di pestacchiare preventivamente il pepe rosa in un mortaio.

Condire le patate ancora calde con questa vinaigrette e lasciarle insaporire per una mezz'ora almeno.

Penso che piú veloce di cosí, nemmeno Speedy Gonzales ci riuscirebbe...

martedì 2 febbraio 2010

Coscio d'Anatra con Cavoli Rossi e Patate Duchessa

Quando sentii parlare per la prima volta delle patate duchessa, mi immaginavo chissá quale trionfo di cosa complicatissima e lunghissima da preparare.

Sorpresa sorpresona, ho scoperto che invece altro non é che un puré di patate "rinforzato", cotto in forno e servito come contorno.

Nonostante la Candelora sia alle porte, continua a nevicare senza sosta. Non mi é quindi parso vero cogliere la palla al balzo ed accendere il forno. Non avendo il camino, fa tanta atmosfera (?) e soprattutto, calore (!).

Ho usato:
  • 2 cosci d'Anatra
  • 1 cucchiaio di Miele
  • il succo di 1 Arancia
  • Sale e Pepe
  • 1 bicchiere di Vino
  • Cavoli Rossi o Cavoli Rossi (li avevo congelati e "riesumati" per l'occasione)
  • 800 gr. di Patate
  • 3 Uova
  • 1 noce di Burro
  • Noce Moscata
  • Parmigiano
Si insaporiscono le cosce d'anatra con sale e pepe, si bucherella la pelle con una forchetta e si mettono in forno a 190° per 30 minuti circa, bagnandole col vino.

Trascorso il tempo, si mescola il succo d'arancia col miele e si spennella la superficie.

Rimettere in forno per altri 15 minuti circa. Se si secca troppo, bagnare di tanto in tanto col sughetto.

Lessare le patate, sbucciarle e schiacciarle finemente.

Aggiungere il burro, il parmigiano, la noce moscata e le uova (una per volta), amalgamando il tutto. Ne deve risultare un impasto sodo e non troppo liquido.

Metterlo in una sac-à-poche con la punta a stella e distribuirlo su una teglia rivestita con un foglio di silicone (o pre-unta).

Una volta pronta la carne, dare il cambio alle patate: metterle nel forno abbassando la temperatura a 180° e cuocerle per 15 minuti circa o fino a che indoreranno.

E pure oggi puó nevicare quanto vuole, ché qualcosa di caldo ci scappa lo stesso!!

lunedì 1 febbraio 2010

Zuppa Marocchina del Ramadan (Harira)

Qualche sera fa, tra una gimkana in mezzo alla neve e l'altra, ho sognato di perdermi tra bianche spiagge africane e di nuotare in acque cristalline, crogiolandomi sotto i cocenti raggi del sole.

Quando ho sentito un ripetuto fischio sibilarmi nelle orecchie, ho pensato ad un attacco di marziani. In realtá, era l'insegnante di cucina africana che mi riportava alla buia e fredda realtá.

Ebbene sí, ho frequentato l'ennesimo corso di cucina (che viziaccio!!).

Tema della serata, le zuppe africane (ecco lí che la storia del sole e mare ricomincia...).

L'harira, é la tipica zuppa che si mangia durante il periodo del Ramadan (ora faccio la fanatica, ma prima di qualche giorno fa per me l'harira poteva essere una tintura per capelli a base di erbe...).

Ne esistono diverse versioni. Per quella che ho preparato io (per 6 persone) , ho usato:
  • 100 gr. di Ceci
  • 100 gr. di Lenticchie Rosse
  • 1 KG. di Patate
  • 1 Carote
  • Sedano
  • 2 Cipolle
  • 3 spicchi di Aglio
  • 250 gr. di carne di Agnello o Manzo
  • 1,5 l di Brodo di Carne
  • 2 Kg. di Pomodori
  • succo di 2 Limoni
  • Prezzemolo
  • 60 gr, di Riso
  • 1 cucchiaino di Cumino
  • 1 cucchiaino di semi di Koriandolo
  • 1/2 cucchiaino di curcuma
  • 1/2 cucchiaino di Harissa (occhio che pizzica cummacché!!)
  • 1/2 cucchiaino di Zenzero in Polvere
  • Fecola di Patate o Maizena
  • Sale e Pepe
  • Olio
Mettere i ceci in ammollo per almeno 12 ore (o tutta una notte), dopodiché scolarli.

Sciacquare le lenticchie sotto l'acqua corrente.

Sbuccíare le patate e la carota. Tagliare le prime a quadretti e la seconda a rondelle

Privare il sedano dai filamenti e tagliarlo poi a pezzetti. Sbucciare gli spicchi di aglio.

Tagliare la carne a cubetti e rosolarla in un capiente tegame con dell'olio e le cipolle tagliate a dadini. Aggiungere l'aglio sminuzzato o schiacchiato con lo spremiaglio, le patate, le carote ed il sedano. Continuare a rosolare e versare poi il brodo.

Unire i ceci, le lenticchie e lasciar cuocere a fuoco basso e a tegame coperto per circa un'ora. Schiumare di tanto in tanto.

Tuffare i pomodori in acqua bollente per un minuto, spellarli, privarli delle parti dure (domanda, come si chiama il "porta picciolo"?) e ridurli in purea col frullatore.

Trascorsa l'ora di cottura, versare nel tegame i pomodori frullati, il prezzemolo lavato e sminuzzato, il riso, il succo di limone, l'harissa e le spezie. Mescolare bene e lasciar cuocere altri 20 minuti

Sciogliere la fecola (o la maizena) con dell'acqua fredda e versarla nella zuppa, mescolando il tutto.

Regolare di sale e pepe e servire con del pane arabo o con una baguette.

A me é venuta particolarmente fitta. Nulla vieta di aggiungere altro brodo per "allungarla" un po'.

Inutile dire che dopo, ho ripreso a sognare... ♫♪Con le pinne, fucile ed occhiali...♫♪





Con questa zuppa, partecipo alla raccolta di Timo e Maggiorana ↓↓↓

domenica 31 gennaio 2010

Zuppa di Mais e Gamberi

Bello l'inverno, bei colori, belle passeggiate nei boschi innevati, bel freddo.

Bel freddo?!? Io odio il freddo, odio i kili di cappotti, giacche, giacconi, maglie e sciarpe che mi devo portare addosso per non congelare. Io che ho le mani gelate perfino ad agosto, non vivo il freddo invernale proprio serenamente.

Ecco lí che allora le zuppe calde sono una presenza quasi costante sulla nostra tavola.

L'ennesino libro di cucina etnica e l'ennesimo viaggio virtuale verso mondi lontani, mi hanno portato fino nella lontana Cina.

Per realizzare questa zuppa, occorrono:
  • 1,5 l scarso di Brodo
  • 1 barattolo di Mais in scatola (300 gr. ca)
  • 1 pezzo di Radice di Zenzero fresca di ca. 2 cm.
  • 1 pugno di Funghi Shiitake tagliati a fette (se secchi, fatti rinvenire qualche minuto in acqua bollente)
  • 1 cucchiaio di Vino di Riso (in mancanza, lo sherry lo puó sostituire)
  • 1 cucchiaio di Salsa di Soia
  • 1 cucchiaino di Zucchero
  • Sale e Pepe
  • 1 cucchiaio di Maizena
  • 200 gr. di Gamberi prelessati
  • 1 Uovo
  • 1 cucchiaio di Olio di Sesamo
  • 3 Cipollotti
Si porta il brodo ad ebollizione e si aggiunge il mais, continuando la cottura per 5 minuti circa.
 
Aggiungere lo zenzero precedentemente sbucciato e sminuzzato, i funghi, il vino di riso (o lo sherry), la salsa di soia, lo zucchero ed aggiustare col sale ed il pepe.

Diluire la maizena con un goccio di acqua, aggiungerla alla minestra e lasciare cuocere qualche minuto, dopodiché aggiungere i gamberi.

Sbattere brevemente l'uovo in un piatto, aggiungendo l'olio di sesamo.

Versare a filo l'uovo nella zuppa, mescolando con una forchetta affinché si formino tanti "fiocchi".

Servire, non prima peró di aver aggiunto i cipollotti tagliati ad anelli.

Preparazione faffú e cuore riscaldato (ma anche le mani hanno ringraziato sentitamente)

mercoledì 27 gennaio 2010

Zuppa Cremosa di Lenticchie Rosse

L'inverno é tornato prepotentemente con forti nevicate e cadute in picchiata delle temperature.

Non potendo rischiare l'alcolismo bevendo vin brulé in continuazione (anche perché, come si dice a Roma, il troppo stroppia), mi consolo con piatti caldi che rimangono tali fino al momento di consumarli.

Non so quante volte capita di portare un tegame a tavola e dover prendere il tempo col cronometro per velocizzare al massimo l'operazione servintavola/mangiafinchéccaldo.

Un'ottima soluzione sono le zuppe, meglio se ridotte in creme dense: si raffredda solo la superficie e proteggono, come un coperchio, la parte sottostante.

In un libro di cucina indiana ne ho trovata una che mi ha intrigato parecchio, anche perché avevo tutti gli ingredienti e prepararla é stato un attimo!!

Occorrono:
  • 350 gr. di Lenticchie rosse
  • 3 Pomodori
  • 1 cucchiaio scarso di Concentrato di Pomodoro (facoltativo, l'ho usato come colorante)
  • 1 pezzo di Zenzero di 2 cm ca.
  • 1 l di Brodo Vegetale
  • 1 cucchiaino scarso di Curcuma
  • Latte
  • Sale e Pepe
  • 1 Cipolla
  • 1 cucchiaio di Ghee (o burro)
  • 1 cucchiaio di Olio di Semi (o dal gusto neutro)
  • 1 cucchiaino di Cumino in polvere (olio di polso e mortaio)
Si sciacquano le lenticchie messe in un colino, finché l'acqua non diventa limpida. Si mettono poi in un tegame insieme al brodo, ai pomodori lavati e tagliati in pezzi, allo zenzero sbucciato e tagliuzzato ed alla curcuma.

Si porta ad ebollizione il tutto, dopodiché si abbassa la fiamma al minimo e si lascia cuocere per 30 minuti (a tegame coperto).

Frullare col minipimer ed aggiungere il latte per regolarne la densitá. Salare e pepare.

In una padellina, col ghee (o burro) e l'olio rosolare la cipolla tagliata ad anelli. Aggiungere la polvere di cumino e lasciare insaporire.

Servire la zuppa, condendola con la cipolla e parte dell'olio.

Scalda il cuore e non solo!!



lunedì 25 gennaio 2010

Orecchiette con Coniglio e Verdure

Ho rispolverato una ricetta che avevo visto qualche tempo fa in un canale satellitare e che mi aveva colpito per l'insieme dei gusti cosí diversi eppure complementari.

A volte basta poco: una frase, una foto, un ingrediente o uno stato d'animo qualunque, a risvegliare ricordi di piatti mangiati magari una volta sola e dei quali se ne perdono poi le tracce per chissá quale motivo.

Il tipo di pasta usato allora era diverso. Essendo peró una gran fan delle orecchiette, ho usato questo formato.

Occorrono:
  • 1 coscia di Coniglio
  • 1/2 Cipolla
  • 2 Zucchine
  • 2 cucchiai di Olive Nere
  • succo di 1 Limone
  • 1 bicchiere di Vino Bianco
  • Sale e Pepe
Disossare la carne e tagliarla a pezzetti.

In una padella piuttosto capiente, con poco olio evo rosolare la cipolla tagliata a dadini.

Aggiungere le zucchine tagliate e farle trifolare. Versare il succo del limone e le olive snocciolate e tagliate a metá.

In una seconda padella, saltare velocemente la carne di coniglio, bagnarla col vino bianco ed aggiungerla alle verdure (Il coniglio, va rosolato o supervelocissimamente o superlentamente. Le mezze cotture, lo rendono duro e stoppaccioso). Regolare di sale e pepe

Nel frattempo, portare a cottura le orecchiette e versarle nella padella con le verdure.

Amalgamare il tutto e servire ampressampress!!



mercoledì 20 gennaio 2010

Ma... un bell'Abbacchietto con le Patate?

Non posto niente di eccezionale dal punto di vista della preparazione, ma non mi é parso vero di aver trovato un carré di agnellino (la parola abbacchio, credo sia solo tipica del Lazio) che ho cotto al forno con le patate.

La ricetta originale prevede che la carne venga insaporita con aglio, olio, sale, pepe e rosmarino, venga adagiata in una teglia ed arrostita brevemente, aggiungendo poi le patate e completando la cottura.

Il carré che ho trovato io, era talmente piccolo e morbido che mi sembrava un affronto il doverlo tenere troppo tempo in forno.

Ho fatto cosí, utilizzando:
  • 1 piccolo carré di Agnellino
  • 3-4 spicchi di Aglio
  • 3-4 rametti di Rosmarino
  • 5 Patate
  • 1/2 bicchiere di Vino bianco
  • Sale e Pepe
  • Olio evo
Ho lavato le patate e, senza sbucciarle, le ho tagliate in 16 pezzi (a metá, ed ogni metá in 8 spicchi).

Le ho messe in un'insalatiera e le ho insaporite con 2 spicchi di aglio tagliati a pezzi, gli aghi di due rametti di rosmarino, sale, pepe e tanto olio evo.

Le ho trasferite in una teglia di metallo (in precedenti tentativi avevo usato quelle in silicone, ma mi sono sempre venute quasi lesse) e messe in forno (non ventilato) a 210° per 30 minuti circa.

In una padella, ho insaporito a fuoco medio dell'olio evo col resto dell'aglio e del rosmarino.

Ho aggiunto la carne e l'ho rosolata da tutti i lati (ha schizzato l'ira di Dio, ma tant'é il bene che mi aspetta...), insaporendola poi col sale, il pepe ed il vino.

L'ho aggiunta alle patate, irrorando col sughetto e rimesso il tutto in forno per altri 15 minuti.

Ho tagliato poi le singole bracioline, accompagnandole con le patate ed il sughetto.

Beh, che devo dire? Per una volta, avrei voluto avere i baffi...


lunedì 18 gennaio 2010

Serata "Konichiwa", ossia Maki-Sushi a gógó

Ho da poco scoperto che non lontano da casa (meglio tardi che mai), in un cortile nascosto da alcuni edifici, si svolge un micro-mercato all'aperto.

É talmente piccolo, che ci sono solo 3 camion: uno vende la frutta e la verdura, uno vende la carne ed i latticini ed uno vende il pesce.

Siccome non é facilissimo trovare il pesce fresco nei supermercati e soprattutto dove vivo io, la vista di questo venditore mezzo intirizzito dal freddo invernale e dal ghiaccio di conservazione dei vari pesci mi pareva quasi un'oasi nel deserto.

Ho comprato un bellissimo trancio di tonno (NON ERA ROSSO!! Cioé, era rosso perché fresco, ma non era quel tonno rosso), con l'intenzione di farci il sushi. Ed effettivamente, ci ho fatto proprio il sushi!!

Contrariamente all'ultima volta in cui mi ero cimentata in questa operazione, forse complice il fatto che ero particolarmente "di buzzo buono", ci ho messo un attimo ed é venuto come quelli veri (o almeno propinati come tali nei vari ristoranti giapponesi).

Ho usato:
  • 250 gr. di Riso per Sushi (ne verrá piú del doppio)
  • 300 ml di Acqua
  • 4 cucchiai di Aceto di Riso
  • 2 cucchiaini di Sale
  • 2 cucchiaini di Zucchero
  • Alga Nori (a me ne sono serviti 3 fogli)
  • Wasabi (questo. Scherzo, questo. Scherzo di nuovo: é questo)
  • 1 Avocado sbucciato, denocciolato e tagliato a strisce
  • 1 trancio di Tonno freschissimo tagliato a bastoncini
  • Gari, detto anche Zenzero per Sushi. Per chi ha tempo e soprattutto voglia di farlo in casa, puó rifarsi a questa ricetta. Io l'ho comprato giá pronto)
Si comincia con la preparazione del riso, che é quella che richiede maggior tempo: si mette il riso in un colino e si sciacqua sotto l'acqua corrente, fino a che l'acqua non diventerá completamente trasparente.

Si lascia poi a scolare per un'ora circa.

Trascorso il tempo, si mette il riso in un tegame insieme ai 300 ml di acqua e si porta ad ebollizione.

Da che bolle, si scoperchia il tegame e si lascia cuocere a fuoco vivo per due minuti.

Si incoperchia e, a fiamma bassissima, si lascia cuocere per altri 5 minuti.

Spegnare il fuoco e a tegame nuovamente scoperchiato (e incoperchia e scoperchia e rincoperchia, UFF!!), lasciare riposare per 10 minuti. Sgranare poi i chicchi con una forchetta.

Nel frattempo, riscaldare l'aceto di riso, sciogliervi il sale con lo zucchero, ed unirlo al riso.

Mescolare bene e conservare il riso, indovina un po'? Incoperchiato, fino all'uso.

Prendere un foglio di alga nori, tostarlo leggermente in una padella ed adagiarlo sulla stuoietta di bambú.

Distribuire il riso sull'alga e livellarlo fino ad un'altezza di circa 1 cm. Per farlo al meglio, inumidirsi le mani in una ciotola contenente 4 cucchiai di aceto ed uno di acqua (oppure fare la furbacchiona come me ed utilizzare un mattarello di silicone, sempre inumidito). Lasciare libero di 1 cm. il bordo superiore.

Col dito, spennellare una striscia di wasabi al centro del riso ed adagiarvi un bastoncino di avocado e/o tonno.

Arrotolare il sushi aiutandosi con la stuoietta e ricominciare daccapo, fino ad esaurimento degli ingredienti.

Tagliare i "tubi" ottenuti con un coltello affilato e mangiarli con il gari, la pasta di wasabi e la salsa di soia.

Volendo, c'é anche la variante dei nigiri-sushi, che consiste nel fare dei "supplí" col riso, spalmarli da un lato col wasabi ed applicarci tranci di pesce fresco, tipo tonno, salmone, gamberi tagliati a metá, bla bla bla.

Oppure i futomaki, i temaki, o i California-maki.

Ma se li faccio tutti io, poi gli altri che fanno?


mercoledì 13 gennaio 2010

Fudge di Cioccolato alle Pere

Era da tanto (troppo, troppo!!) tempo che non mi dedicavo piú alla cioccolata ed ai suoi derivati.

Ho trovato questa ricetta su una rivista ed é stata una fulminata a prima vista!

Il fudge (cito Wikipedia), é un tipo di dolce (zozzissimoooo!!! Ma questo é un commento mio) a base di caramello, latte, burro e panna (ideale per la dieta...), di cui ne esistono diverse varianti. Quella al cioccolato é una delle tante ed é quella che ho scelto io.

Qui serve il termometro, perché il raggiungimento di una data temperatura determina la riuscita del dolce.

La ricetta originale prevedeva una banana molto matura, ma quando la mia dolce (dolcissima, tessóro!!) metá ha visto la banana moooolto matura, ha pensato bene di darla in pasto ai fiori, pensando che l'avessi dimenticata in cucina... Ho usato in alternativa, una pera.

Per realizzarlo, serve:
  • 80 gr. di Pere mature (molto mature)
  • 1 cucchiaio di Miele
  • 280 gr. di Zucchero
  • 100 ml di Panna
  • 100 gr. di Cioccolato al Latte
  • 20 gr. di Burro
  • 1 cucchiaio di Chicchi di Caffé
  • Pirottini di carta
Con una forchetta, sbriciolare ben bene le pere (ecco perché devono essere molto mature. In alternativa, ricorrere al minipimer). Metterle in un tegamino ed unire al miele. A fuoco lento, lasciarle cuocere e, continuando a girare, ridurle ad una mousse.

In un secondo pentolino medio-grande, unire lo zucchero alla panna e lasciarli riposare, senza toccarli, per 15 minuti. Portare poi ad ebollizione, aggiungere il burro e raggiungere la temperatura di 115° (ecco il perché del termometro). Prestare attenzione, perché durante l'ebollizione lo sciroppo di zucchero tenderá a crescere oltremodo.

Togliere il tegame da fuoco, aggiungere il cioccolato tagliato a pezzi, amalgamare bene e lasciare raffreddare per 15 minuti.

Unire a questo punto la mousse di pere ed amalgamare con delicatezza, fino a che la massa comincerá ad ispessirsi.

Con un cucchiaio versarla nei pirottini, decorarla coi chicchi di caffé pestacchiati a dovere e lasciare indurire per una notte almeno.

Se trascorso questo tempo i fudge dovessero rimanere ancora troppo morbidi, prolungarne il riposo (sempre che si riesca a resistere).



martedì 12 gennaio 2010

Risotto coi Mirtilli

É divertente certe volte fare sperimentazioni in cucina e scoprire che molto spesso, i pregiudizi nei confronti di alcuni ingredienti o abbinamenti, sono solo frutto della nostra immaginazione.

A proposito di frutta, dopo aver sperimentato la polenta con le amarene, é la volta del risotto con i mirtilli.

A dire la veritá, la ricetta originale datami da un conoscente prevedeva le more.

Non ho niente contro le more, ma poiché non le avevo, ho ripiegato sui mirtilli. E te pare che mi fermi di fronte a 'ste quisquilie!!

Facile, veloce e servono:
  • 180 gr di Riso
  • 1 Cipolla piccola
  • 1 bicchiere di Vino Bianco
  • 1/2 l di Brodo
  • 125 gr. di Mirtilli
  • 1 noce di Burro
  • Sale e Pepe
Il procedimento é talmente facile che quasi quasi non lo scrivo.

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Lo scrivo? Va bene: in un tegame, con poco olio evo rosolare la cipolla tagliata a dadini.

Aggiungere il riso e farlo tostare. Bagnarlo col vino e lasciare evaporare.

Versare poco brodo e lasciare assorbire prima di aggiungerne di nuovo.

Quando il riso é bello al dente (ma bello bello), aggiungere i mirtilli, mescolare delicatamente e terminare la cottura.

Aggiungere la noce di burro, regolare di sale e di pepe e servire.

FATTO!


lunedì 11 gennaio 2010

Polenta con Petto d'Anatra in Salsa di Amarene

Nevica, é tutto ghiacciato e fa un freddo bislacco.

Ho giá detto che la dieta fa parte dei buoni propositi per l'anno appena iniziato, MA non ho detto quando abbia intenzione di cominciarla.

Siccome io ed il freddo proprio non riusciamo ad andare d'accordo, aspetto tempi migliori (anche atmosferici) per dedicarmi alla cucina povera di calorie.

Non so se capita solo a me: certe volte, quando mi trovo in cucina davanti a degli ingredienti "improbabili", indosso il camice da scienziata pazza, mi dó una cotonatina ai capelli (tanto per calarmi meglio nel personaggio) e provo ad abbinare questi ingredienti fra loro. Qualche volta mi dice bene. Altre volte...

Stavolta che ho avuto fortuna, ho usato:
  • 1 Petto d'Anatra
  • 1 cucchiaio di Miele
  • 1 bicchiere di Vino Rosso
  • 1/2 barattolo di Amarene al naturale (qui si chiamano "Schattenmorellen" ed il loro sciroppo é a base di acqua ed acido citrico, talvolta con aggiunta di poco zucchero. Niente a che vedere con quelle della Fabbri)
  • 1 Chiodo di Garofano in polvere
  • 1 pizzico di Cannella
  • Sale e Pepe
  • 190 gr ca. di Farina per Polenta
Preparare la polenta seguendo le istruzioni riportate sulla confezione (non mi azzardo a dare informazioni circa la quantitá d'acqua e sale, perché a me piace piuttosto soda e non particolarmente saporita).

Per quanto riguarda il petto d'anatra, inciderne la pelle con profondi tagli a losanghe (senza intaccare la carne), salarlo e peparlo da ambo i lati e rosolarlo in una padella a fuoco vivo per qualche minuto, iniziando dal lato con la pelle.

Togliere la carne dalla padella, metterla in una pirofila e tenerla in caldo in forno a 160° per 10 minuti.

Eliminare parte del grasso dalla padella, aggiungere il miele e farlo caramellare leggermente.

Versare il vino e fare sfumare. Aggiungere le amarene e parte del loro sugo, insaporirle con il chiodo di garofano e la cannella e far ritirare la salsa. Aggiustare di sale e pepe.

Ritirare il petto d'anatra dal forno, scalopparlo, adagiarlo sulla polenta giá impiattata e condirlo con la salsa.

La bilancia non ringrazierá, ma lo spirito sí


venerdì 8 gennaio 2010

La "bomba", ovvero Sformato di Riso al Pesto di Spinaci

Dico la veritá, non sono una grande amante dei timballi di riso, ma dovevo pur inaugurare lo stampo per sformati (o zuccotti, ma per quelli dovró aspettare qualche mese) comprato 9 anni fa, ancora perfettamente imballato e scampato ad un trasloco!!

Ebbene sí, quando l'ho tirato fuori dal cassetto ove era bello riposto (in fondo in fondo, ché sennó mi toccava usarlo prima!), non ho avuto il coraggio di rimetterlo via senza "battezzarlo".

Ho usato:
  • 200 gr ca. di Riso Selvatico
  • 2 cucchiai di Pesto di Spinaci
  • 1 Uovo
  • 1 Cipolla
  • 125 gr. di Bacon a dadini
  • 4-5 Pomodorini Ciliegini
  • Abbondante Parmigiano/Pecorino grattugiati
  • Peperoncino
  • Sale e Pepe
Il riso selvatico l'ho lessato in acqua salata per 20 minuti circa (é ignorante parecchio, quanto ci mette a cuocere!!).

Una volta scolato, l'ho fatto raffreddare per un po' e mescolato al pesto. Ho unito l'uovo ed amalgamato il tutto con un cucchiaio.

In una padella, con poco olio evo ho imbionditoleggermente la cipolla.

Ho unito i dadini di bacon e lasciato rosolare, aggiungendo il peperoncino.

Ho lavato i pomodorini, li ho tagliati in quarti e versati nella padella, lasciando che si cuocessero e che evaporasse la maggior parte del liquido.

Spento il fornello, unito i formaggi e messo da parte.

Dopo aver leggermente unto lo stampo, l'ho "foderato" con la maggior parte del riso. Ho riempito con la salsa (una quasi amatriciana, a pensarci bene) e ricoperto col restante riso.

Ho chiuso lo stampo col suo coperchio e messo in forno a 200° per 20 minuti circa.

Ho sformato, dopo averlo lasciato riposare per qualche minuto.

Domanda domandona: cosa mi avrá portato mai Babbo Natale che fa click e che mette a fuoco senza fiamme (talvolta dal lato sbagliato, ma la pratica la fará da padrona)?




mercoledì 6 gennaio 2010

Il Gelato Fritto

Oggi é l'Epifania che tutte le Feste si porta via!

Ogni anno mi lamento per lo stress, per le corse, per le grandi mangiate e per lo spirito sbagliato con cui affronto tutto il periodo natalizio.

Ogni anno poi arriva lei, la Signora a cavallo della scopa volante. Col suo svolazzare di casa in casa, distribuisce dolcetti o carbone e al tempo stesso, con un colpo di ramazza, ripulisce dagli addobbi e mi riporta alla vita quotidiana.

A questo punto, passato tutto mi guardo in giro con aria un po' frastornata e mi chiedo cosa sia rimasto di tutto ció: regali, qualcuno bello e qualcuno no, qualche ...etto in piú, la promessa di mantenere i buoni propositi per l'anno appena nato, qualche bel ricordo ed il rammarico di non aver potuto festeggiare come avrei voluto.

Tant'é: il Natale arriva come un ciclone e con la stessa velocitá se ne va!

Questa é una ricetta per chiudere in bellezza le Feste e che ho imparato durante un corso di cucina (uno dei tanti).

Fino ad ora avevo avuto solo modo di mangiarlo al ristorante, perché pensavo fosse di un complicato complicatissimo.

Niente di piú facile e, soprattutto, si puó preparare con grande anticipo e conservare a lungo in congelatore.

Occorre:
  • 1 vaschetta di Gelato (gusti a piacere)
  • 1 Pan di Spagna da 250 gr. (io ho usato quello pronto)
  • 6 Cornetti (anche questi, pronti)
  • Aromi vari a scelta (p.e.: zeste d'arancia, zucchero, vaniglia, ecc. ecc.)
  • 8 Albumi d'Uovo
  • Olio per friggere
Dalla vaschetta di gelato ricavare delle palline che andranno poi rimesse, in un piatto, subito nel congelatore.

Asciugare il pan di Spagna per un paio di minuti nel forno a microonde, dopodiché metterlo con i cornetti nel frullatore. Ridurre il tutto a briciole molto fini ed aromatizzare a piacere.

Montare le chiare a neve ed unirle alle briciole.

Con questa massa, ricoprire interamente le palline di gelato e rimetterle di volta in volta nel congelatore (per almeno un paio di ore), fino a che saranno completamente congelate.

Scaldare l'olio nella friggitrice, immergere le palline di gelato una alla volta e farle indorare uniformemente.

Servire con frutta a piacere.

Carnevale é alle porte....



martedì 5 gennaio 2010

Indivia Belga gratinata

Natale é passato, l'anno nuovo é giá cominciato da qualche giorno ed i danni che le Feste mi hanno arrecato (nel senso molto fisico della parola), ancora non riesco a quantificarli.

Io e la mia bilancia, in questi giorni abbiamo dei problemi di "intolleranza". Per spiegarla meglio, non appena provo ad avvicinarmi, ottengo lo stesso effetto che si ha quando si cerca di fare attaccare due calamite aventi lo stesso polo...

Si dice che il freddo aiuti a bruciare le calorie. O io sono freddo-repellente (anche se ho naso, mani e piedi fuori uso), o le mie calorie in eccesso vogliono rimanere vicine vicine tra di loro per non disperdersi.

Di fare la dieta in questo momento non ci penso proprio, per cui cerco di sfruttare il forno il piú possibile unendo l'utile al dilettevole.

Ne ho approfittato per preparare l'indivia belga in modo alternativo (e calorico, ma tant'é) rispetto alla fredda insalata.

É abbastanza veloce e servono:
  • 4 cespi (si dice cosí?) di Indivia Belga
  • 150 gr. di Bacon a dadini
  • 1 cucchiaio di Farina
  • 1 noce di Burro
  • 1/2 L ca. di Brodo
  • Noce Moscata
  • Parmigiano (a gogó)
  • Sale e Pepe
In un tegame, rosolare il burro con la farina.

Aggiungere i dadini di bacon precedentemente indorati ed il brodo.

Mescolare con una frusta per evitare la formazione di grumi e lasciare addensare. Insaporire con la noce moscata, il parmigiano, il sale (occhio al bacon che é salato di suo!) ed il pepe.

Lavare l'indivia belga, tagliarla a metá e rosolarla con poco burro in una padella.

Adagiarla in una pirofila da forno ed irrorarla con la pseudo-besciamella. Spolverarla con altro parmigiano e metterla in forno caldo a 200° per 10 minuti.

La dieta fa parte dei buoni propositi del 2010 (che tradotto significa: ho un anno di tempo per cominciare)





lunedì 4 gennaio 2010

Soul Kitchen (cliccando sul titolo appare il trailer)

BUON ANNO A TUTTI!!!

Ebbene sí, l'ho visto

So che in Italia arriverá a giorni, ma posso dire in anteprima che é un film carino, a tratti grottesco e che riesce, malgrado i toni cupi dello scenario e della trama stessa, a far ridere e anche un po' a commuovere.

Non rivelo nulla di piú.

Anzi sí: l'assassino é il cuoco cinese...