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domenica 31 gennaio 2010

Zuppa di Mais e Gamberi

Bello l'inverno, bei colori, belle passeggiate nei boschi innevati, bel freddo.

Bel freddo?!? Io odio il freddo, odio i kili di cappotti, giacche, giacconi, maglie e sciarpe che mi devo portare addosso per non congelare. Io che ho le mani gelate perfino ad agosto, non vivo il freddo invernale proprio serenamente.

Ecco lí che allora le zuppe calde sono una presenza quasi costante sulla nostra tavola.

L'ennesino libro di cucina etnica e l'ennesimo viaggio virtuale verso mondi lontani, mi hanno portato fino nella lontana Cina.

Per realizzare questa zuppa, occorrono:
  • 1,5 l scarso di Brodo
  • 1 barattolo di Mais in scatola (300 gr. ca)
  • 1 pezzo di Radice di Zenzero fresca di ca. 2 cm.
  • 1 pugno di Funghi Shiitake tagliati a fette (se secchi, fatti rinvenire qualche minuto in acqua bollente)
  • 1 cucchiaio di Vino di Riso (in mancanza, lo sherry lo puó sostituire)
  • 1 cucchiaio di Salsa di Soia
  • 1 cucchiaino di Zucchero
  • Sale e Pepe
  • 1 cucchiaio di Maizena
  • 200 gr. di Gamberi prelessati
  • 1 Uovo
  • 1 cucchiaio di Olio di Sesamo
  • 3 Cipollotti
Si porta il brodo ad ebollizione e si aggiunge il mais, continuando la cottura per 5 minuti circa.
 
Aggiungere lo zenzero precedentemente sbucciato e sminuzzato, i funghi, il vino di riso (o lo sherry), la salsa di soia, lo zucchero ed aggiustare col sale ed il pepe.

Diluire la maizena con un goccio di acqua, aggiungerla alla minestra e lasciare cuocere qualche minuto, dopodiché aggiungere i gamberi.

Sbattere brevemente l'uovo in un piatto, aggiungendo l'olio di sesamo.

Versare a filo l'uovo nella zuppa, mescolando con una forchetta affinché si formino tanti "fiocchi".

Servire, non prima peró di aver aggiunto i cipollotti tagliati ad anelli.

Preparazione faffú e cuore riscaldato (ma anche le mani hanno ringraziato sentitamente)

mercoledì 27 gennaio 2010

Zuppa Cremosa di Lenticchie Rosse

L'inverno é tornato prepotentemente con forti nevicate e cadute in picchiata delle temperature.

Non potendo rischiare l'alcolismo bevendo vin brulé in continuazione (anche perché, come si dice a Roma, il troppo stroppia), mi consolo con piatti caldi che rimangono tali fino al momento di consumarli.

Non so quante volte capita di portare un tegame a tavola e dover prendere il tempo col cronometro per velocizzare al massimo l'operazione servintavola/mangiafinchéccaldo.

Un'ottima soluzione sono le zuppe, meglio se ridotte in creme dense: si raffredda solo la superficie e proteggono, come un coperchio, la parte sottostante.

In un libro di cucina indiana ne ho trovata una che mi ha intrigato parecchio, anche perché avevo tutti gli ingredienti e prepararla é stato un attimo!!

Occorrono:
  • 350 gr. di Lenticchie rosse
  • 3 Pomodori
  • 1 cucchiaio scarso di Concentrato di Pomodoro (facoltativo, l'ho usato come colorante)
  • 1 pezzo di Zenzero di 2 cm ca.
  • 1 l di Brodo Vegetale
  • 1 cucchiaino scarso di Curcuma
  • Latte
  • Sale e Pepe
  • 1 Cipolla
  • 1 cucchiaio di Ghee (o burro)
  • 1 cucchiaio di Olio di Semi (o dal gusto neutro)
  • 1 cucchiaino di Cumino in polvere (olio di polso e mortaio)
Si sciacquano le lenticchie messe in un colino, finché l'acqua non diventa limpida. Si mettono poi in un tegame insieme al brodo, ai pomodori lavati e tagliati in pezzi, allo zenzero sbucciato e tagliuzzato ed alla curcuma.

Si porta ad ebollizione il tutto, dopodiché si abbassa la fiamma al minimo e si lascia cuocere per 30 minuti (a tegame coperto).

Frullare col minipimer ed aggiungere il latte per regolarne la densitá. Salare e pepare.

In una padellina, col ghee (o burro) e l'olio rosolare la cipolla tagliata ad anelli. Aggiungere la polvere di cumino e lasciare insaporire.

Servire la zuppa, condendola con la cipolla e parte dell'olio.

Scalda il cuore e non solo!!



lunedì 25 gennaio 2010

Orecchiette con Coniglio e Verdure

Ho rispolverato una ricetta che avevo visto qualche tempo fa in un canale satellitare e che mi aveva colpito per l'insieme dei gusti cosí diversi eppure complementari.

A volte basta poco: una frase, una foto, un ingrediente o uno stato d'animo qualunque, a risvegliare ricordi di piatti mangiati magari una volta sola e dei quali se ne perdono poi le tracce per chissá quale motivo.

Il tipo di pasta usato allora era diverso. Essendo peró una gran fan delle orecchiette, ho usato questo formato.

Occorrono:
  • 1 coscia di Coniglio
  • 1/2 Cipolla
  • 2 Zucchine
  • 2 cucchiai di Olive Nere
  • succo di 1 Limone
  • 1 bicchiere di Vino Bianco
  • Sale e Pepe
Disossare la carne e tagliarla a pezzetti.

In una padella piuttosto capiente, con poco olio evo rosolare la cipolla tagliata a dadini.

Aggiungere le zucchine tagliate e farle trifolare. Versare il succo del limone e le olive snocciolate e tagliate a metá.

In una seconda padella, saltare velocemente la carne di coniglio, bagnarla col vino bianco ed aggiungerla alle verdure (Il coniglio, va rosolato o supervelocissimamente o superlentamente. Le mezze cotture, lo rendono duro e stoppaccioso). Regolare di sale e pepe

Nel frattempo, portare a cottura le orecchiette e versarle nella padella con le verdure.

Amalgamare il tutto e servire ampressampress!!



mercoledì 20 gennaio 2010

Ma... un bell'Abbacchietto con le Patate?

Non posto niente di eccezionale dal punto di vista della preparazione, ma non mi é parso vero di aver trovato un carré di agnellino (la parola abbacchio, credo sia solo tipica del Lazio) che ho cotto al forno con le patate.

La ricetta originale prevede che la carne venga insaporita con aglio, olio, sale, pepe e rosmarino, venga adagiata in una teglia ed arrostita brevemente, aggiungendo poi le patate e completando la cottura.

Il carré che ho trovato io, era talmente piccolo e morbido che mi sembrava un affronto il doverlo tenere troppo tempo in forno.

Ho fatto cosí, utilizzando:
  • 1 piccolo carré di Agnellino
  • 3-4 spicchi di Aglio
  • 3-4 rametti di Rosmarino
  • 5 Patate
  • 1/2 bicchiere di Vino bianco
  • Sale e Pepe
  • Olio evo
Ho lavato le patate e, senza sbucciarle, le ho tagliate in 16 pezzi (a metá, ed ogni metá in 8 spicchi).

Le ho messe in un'insalatiera e le ho insaporite con 2 spicchi di aglio tagliati a pezzi, gli aghi di due rametti di rosmarino, sale, pepe e tanto olio evo.

Le ho trasferite in una teglia di metallo (in precedenti tentativi avevo usato quelle in silicone, ma mi sono sempre venute quasi lesse) e messe in forno (non ventilato) a 210° per 30 minuti circa.

In una padella, ho insaporito a fuoco medio dell'olio evo col resto dell'aglio e del rosmarino.

Ho aggiunto la carne e l'ho rosolata da tutti i lati (ha schizzato l'ira di Dio, ma tant'é il bene che mi aspetta...), insaporendola poi col sale, il pepe ed il vino.

L'ho aggiunta alle patate, irrorando col sughetto e rimesso il tutto in forno per altri 15 minuti.

Ho tagliato poi le singole bracioline, accompagnandole con le patate ed il sughetto.

Beh, che devo dire? Per una volta, avrei voluto avere i baffi...


lunedì 18 gennaio 2010

Serata "Konichiwa", ossia Maki-Sushi a gógó

Ho da poco scoperto che non lontano da casa (meglio tardi che mai), in un cortile nascosto da alcuni edifici, si svolge un micro-mercato all'aperto.

É talmente piccolo, che ci sono solo 3 camion: uno vende la frutta e la verdura, uno vende la carne ed i latticini ed uno vende il pesce.

Siccome non é facilissimo trovare il pesce fresco nei supermercati e soprattutto dove vivo io, la vista di questo venditore mezzo intirizzito dal freddo invernale e dal ghiaccio di conservazione dei vari pesci mi pareva quasi un'oasi nel deserto.

Ho comprato un bellissimo trancio di tonno (NON ERA ROSSO!! Cioé, era rosso perché fresco, ma non era quel tonno rosso), con l'intenzione di farci il sushi. Ed effettivamente, ci ho fatto proprio il sushi!!

Contrariamente all'ultima volta in cui mi ero cimentata in questa operazione, forse complice il fatto che ero particolarmente "di buzzo buono", ci ho messo un attimo ed é venuto come quelli veri (o almeno propinati come tali nei vari ristoranti giapponesi).

Ho usato:
  • 250 gr. di Riso per Sushi (ne verrá piú del doppio)
  • 300 ml di Acqua
  • 4 cucchiai di Aceto di Riso
  • 2 cucchiaini di Sale
  • 2 cucchiaini di Zucchero
  • Alga Nori (a me ne sono serviti 3 fogli)
  • Wasabi (questo. Scherzo, questo. Scherzo di nuovo: é questo)
  • 1 Avocado sbucciato, denocciolato e tagliato a strisce
  • 1 trancio di Tonno freschissimo tagliato a bastoncini
  • Gari, detto anche Zenzero per Sushi. Per chi ha tempo e soprattutto voglia di farlo in casa, puó rifarsi a questa ricetta. Io l'ho comprato giá pronto)
Si comincia con la preparazione del riso, che é quella che richiede maggior tempo: si mette il riso in un colino e si sciacqua sotto l'acqua corrente, fino a che l'acqua non diventerá completamente trasparente.

Si lascia poi a scolare per un'ora circa.

Trascorso il tempo, si mette il riso in un tegame insieme ai 300 ml di acqua e si porta ad ebollizione.

Da che bolle, si scoperchia il tegame e si lascia cuocere a fuoco vivo per due minuti.

Si incoperchia e, a fiamma bassissima, si lascia cuocere per altri 5 minuti.

Spegnare il fuoco e a tegame nuovamente scoperchiato (e incoperchia e scoperchia e rincoperchia, UFF!!), lasciare riposare per 10 minuti. Sgranare poi i chicchi con una forchetta.

Nel frattempo, riscaldare l'aceto di riso, sciogliervi il sale con lo zucchero, ed unirlo al riso.

Mescolare bene e conservare il riso, indovina un po'? Incoperchiato, fino all'uso.

Prendere un foglio di alga nori, tostarlo leggermente in una padella ed adagiarlo sulla stuoietta di bambú.

Distribuire il riso sull'alga e livellarlo fino ad un'altezza di circa 1 cm. Per farlo al meglio, inumidirsi le mani in una ciotola contenente 4 cucchiai di aceto ed uno di acqua (oppure fare la furbacchiona come me ed utilizzare un mattarello di silicone, sempre inumidito). Lasciare libero di 1 cm. il bordo superiore.

Col dito, spennellare una striscia di wasabi al centro del riso ed adagiarvi un bastoncino di avocado e/o tonno.

Arrotolare il sushi aiutandosi con la stuoietta e ricominciare daccapo, fino ad esaurimento degli ingredienti.

Tagliare i "tubi" ottenuti con un coltello affilato e mangiarli con il gari, la pasta di wasabi e la salsa di soia.

Volendo, c'é anche la variante dei nigiri-sushi, che consiste nel fare dei "supplí" col riso, spalmarli da un lato col wasabi ed applicarci tranci di pesce fresco, tipo tonno, salmone, gamberi tagliati a metá, bla bla bla.

Oppure i futomaki, i temaki, o i California-maki.

Ma se li faccio tutti io, poi gli altri che fanno?


mercoledì 13 gennaio 2010

Fudge di Cioccolato alle Pere

Era da tanto (troppo, troppo!!) tempo che non mi dedicavo piú alla cioccolata ed ai suoi derivati.

Ho trovato questa ricetta su una rivista ed é stata una fulminata a prima vista!

Il fudge (cito Wikipedia), é un tipo di dolce (zozzissimoooo!!! Ma questo é un commento mio) a base di caramello, latte, burro e panna (ideale per la dieta...), di cui ne esistono diverse varianti. Quella al cioccolato é una delle tante ed é quella che ho scelto io.

Qui serve il termometro, perché il raggiungimento di una data temperatura determina la riuscita del dolce.

La ricetta originale prevedeva una banana molto matura, ma quando la mia dolce (dolcissima, tessóro!!) metá ha visto la banana moooolto matura, ha pensato bene di darla in pasto ai fiori, pensando che l'avessi dimenticata in cucina... Ho usato in alternativa, una pera.

Per realizzarlo, serve:
  • 80 gr. di Pere mature (molto mature)
  • 1 cucchiaio di Miele
  • 280 gr. di Zucchero
  • 100 ml di Panna
  • 100 gr. di Cioccolato al Latte
  • 20 gr. di Burro
  • 1 cucchiaio di Chicchi di Caffé
  • Pirottini di carta
Con una forchetta, sbriciolare ben bene le pere (ecco perché devono essere molto mature. In alternativa, ricorrere al minipimer). Metterle in un tegamino ed unire al miele. A fuoco lento, lasciarle cuocere e, continuando a girare, ridurle ad una mousse.

In un secondo pentolino medio-grande, unire lo zucchero alla panna e lasciarli riposare, senza toccarli, per 15 minuti. Portare poi ad ebollizione, aggiungere il burro e raggiungere la temperatura di 115° (ecco il perché del termometro). Prestare attenzione, perché durante l'ebollizione lo sciroppo di zucchero tenderá a crescere oltremodo.

Togliere il tegame da fuoco, aggiungere il cioccolato tagliato a pezzi, amalgamare bene e lasciare raffreddare per 15 minuti.

Unire a questo punto la mousse di pere ed amalgamare con delicatezza, fino a che la massa comincerá ad ispessirsi.

Con un cucchiaio versarla nei pirottini, decorarla coi chicchi di caffé pestacchiati a dovere e lasciare indurire per una notte almeno.

Se trascorso questo tempo i fudge dovessero rimanere ancora troppo morbidi, prolungarne il riposo (sempre che si riesca a resistere).



martedì 12 gennaio 2010

Risotto coi Mirtilli

É divertente certe volte fare sperimentazioni in cucina e scoprire che molto spesso, i pregiudizi nei confronti di alcuni ingredienti o abbinamenti, sono solo frutto della nostra immaginazione.

A proposito di frutta, dopo aver sperimentato la polenta con le amarene, é la volta del risotto con i mirtilli.

A dire la veritá, la ricetta originale datami da un conoscente prevedeva le more.

Non ho niente contro le more, ma poiché non le avevo, ho ripiegato sui mirtilli. E te pare che mi fermi di fronte a 'ste quisquilie!!

Facile, veloce e servono:
  • 180 gr di Riso
  • 1 Cipolla piccola
  • 1 bicchiere di Vino Bianco
  • 1/2 l di Brodo
  • 125 gr. di Mirtilli
  • 1 noce di Burro
  • Sale e Pepe
Il procedimento é talmente facile che quasi quasi non lo scrivo.

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Lo scrivo? Va bene: in un tegame, con poco olio evo rosolare la cipolla tagliata a dadini.

Aggiungere il riso e farlo tostare. Bagnarlo col vino e lasciare evaporare.

Versare poco brodo e lasciare assorbire prima di aggiungerne di nuovo.

Quando il riso é bello al dente (ma bello bello), aggiungere i mirtilli, mescolare delicatamente e terminare la cottura.

Aggiungere la noce di burro, regolare di sale e di pepe e servire.

FATTO!


lunedì 11 gennaio 2010

Polenta con Petto d'Anatra in Salsa di Amarene

Nevica, é tutto ghiacciato e fa un freddo bislacco.

Ho giá detto che la dieta fa parte dei buoni propositi per l'anno appena iniziato, MA non ho detto quando abbia intenzione di cominciarla.

Siccome io ed il freddo proprio non riusciamo ad andare d'accordo, aspetto tempi migliori (anche atmosferici) per dedicarmi alla cucina povera di calorie.

Non so se capita solo a me: certe volte, quando mi trovo in cucina davanti a degli ingredienti "improbabili", indosso il camice da scienziata pazza, mi dó una cotonatina ai capelli (tanto per calarmi meglio nel personaggio) e provo ad abbinare questi ingredienti fra loro. Qualche volta mi dice bene. Altre volte...

Stavolta che ho avuto fortuna, ho usato:
  • 1 Petto d'Anatra
  • 1 cucchiaio di Miele
  • 1 bicchiere di Vino Rosso
  • 1/2 barattolo di Amarene al naturale (qui si chiamano "Schattenmorellen" ed il loro sciroppo é a base di acqua ed acido citrico, talvolta con aggiunta di poco zucchero. Niente a che vedere con quelle della Fabbri)
  • 1 Chiodo di Garofano in polvere
  • 1 pizzico di Cannella
  • Sale e Pepe
  • 190 gr ca. di Farina per Polenta
Preparare la polenta seguendo le istruzioni riportate sulla confezione (non mi azzardo a dare informazioni circa la quantitá d'acqua e sale, perché a me piace piuttosto soda e non particolarmente saporita).

Per quanto riguarda il petto d'anatra, inciderne la pelle con profondi tagli a losanghe (senza intaccare la carne), salarlo e peparlo da ambo i lati e rosolarlo in una padella a fuoco vivo per qualche minuto, iniziando dal lato con la pelle.

Togliere la carne dalla padella, metterla in una pirofila e tenerla in caldo in forno a 160° per 10 minuti.

Eliminare parte del grasso dalla padella, aggiungere il miele e farlo caramellare leggermente.

Versare il vino e fare sfumare. Aggiungere le amarene e parte del loro sugo, insaporirle con il chiodo di garofano e la cannella e far ritirare la salsa. Aggiustare di sale e pepe.

Ritirare il petto d'anatra dal forno, scalopparlo, adagiarlo sulla polenta giá impiattata e condirlo con la salsa.

La bilancia non ringrazierá, ma lo spirito sí


venerdì 8 gennaio 2010

La "bomba", ovvero Sformato di Riso al Pesto di Spinaci

Dico la veritá, non sono una grande amante dei timballi di riso, ma dovevo pur inaugurare lo stampo per sformati (o zuccotti, ma per quelli dovró aspettare qualche mese) comprato 9 anni fa, ancora perfettamente imballato e scampato ad un trasloco!!

Ebbene sí, quando l'ho tirato fuori dal cassetto ove era bello riposto (in fondo in fondo, ché sennó mi toccava usarlo prima!), non ho avuto il coraggio di rimetterlo via senza "battezzarlo".

Ho usato:
  • 200 gr ca. di Riso Selvatico
  • 2 cucchiai di Pesto di Spinaci
  • 1 Uovo
  • 1 Cipolla
  • 125 gr. di Bacon a dadini
  • 4-5 Pomodorini Ciliegini
  • Abbondante Parmigiano/Pecorino grattugiati
  • Peperoncino
  • Sale e Pepe
Il riso selvatico l'ho lessato in acqua salata per 20 minuti circa (é ignorante parecchio, quanto ci mette a cuocere!!).

Una volta scolato, l'ho fatto raffreddare per un po' e mescolato al pesto. Ho unito l'uovo ed amalgamato il tutto con un cucchiaio.

In una padella, con poco olio evo ho imbionditoleggermente la cipolla.

Ho unito i dadini di bacon e lasciato rosolare, aggiungendo il peperoncino.

Ho lavato i pomodorini, li ho tagliati in quarti e versati nella padella, lasciando che si cuocessero e che evaporasse la maggior parte del liquido.

Spento il fornello, unito i formaggi e messo da parte.

Dopo aver leggermente unto lo stampo, l'ho "foderato" con la maggior parte del riso. Ho riempito con la salsa (una quasi amatriciana, a pensarci bene) e ricoperto col restante riso.

Ho chiuso lo stampo col suo coperchio e messo in forno a 200° per 20 minuti circa.

Ho sformato, dopo averlo lasciato riposare per qualche minuto.

Domanda domandona: cosa mi avrá portato mai Babbo Natale che fa click e che mette a fuoco senza fiamme (talvolta dal lato sbagliato, ma la pratica la fará da padrona)?




mercoledì 6 gennaio 2010

Il Gelato Fritto

Oggi é l'Epifania che tutte le Feste si porta via!

Ogni anno mi lamento per lo stress, per le corse, per le grandi mangiate e per lo spirito sbagliato con cui affronto tutto il periodo natalizio.

Ogni anno poi arriva lei, la Signora a cavallo della scopa volante. Col suo svolazzare di casa in casa, distribuisce dolcetti o carbone e al tempo stesso, con un colpo di ramazza, ripulisce dagli addobbi e mi riporta alla vita quotidiana.

A questo punto, passato tutto mi guardo in giro con aria un po' frastornata e mi chiedo cosa sia rimasto di tutto ció: regali, qualcuno bello e qualcuno no, qualche ...etto in piú, la promessa di mantenere i buoni propositi per l'anno appena nato, qualche bel ricordo ed il rammarico di non aver potuto festeggiare come avrei voluto.

Tant'é: il Natale arriva come un ciclone e con la stessa velocitá se ne va!

Questa é una ricetta per chiudere in bellezza le Feste e che ho imparato durante un corso di cucina (uno dei tanti).

Fino ad ora avevo avuto solo modo di mangiarlo al ristorante, perché pensavo fosse di un complicato complicatissimo.

Niente di piú facile e, soprattutto, si puó preparare con grande anticipo e conservare a lungo in congelatore.

Occorre:
  • 1 vaschetta di Gelato (gusti a piacere)
  • 1 Pan di Spagna da 250 gr. (io ho usato quello pronto)
  • 6 Cornetti (anche questi, pronti)
  • Aromi vari a scelta (p.e.: zeste d'arancia, zucchero, vaniglia, ecc. ecc.)
  • 8 Albumi d'Uovo
  • Olio per friggere
Dalla vaschetta di gelato ricavare delle palline che andranno poi rimesse, in un piatto, subito nel congelatore.

Asciugare il pan di Spagna per un paio di minuti nel forno a microonde, dopodiché metterlo con i cornetti nel frullatore. Ridurre il tutto a briciole molto fini ed aromatizzare a piacere.

Montare le chiare a neve ed unirle alle briciole.

Con questa massa, ricoprire interamente le palline di gelato e rimetterle di volta in volta nel congelatore (per almeno un paio di ore), fino a che saranno completamente congelate.

Scaldare l'olio nella friggitrice, immergere le palline di gelato una alla volta e farle indorare uniformemente.

Servire con frutta a piacere.

Carnevale é alle porte....



martedì 5 gennaio 2010

Indivia Belga gratinata

Natale é passato, l'anno nuovo é giá cominciato da qualche giorno ed i danni che le Feste mi hanno arrecato (nel senso molto fisico della parola), ancora non riesco a quantificarli.

Io e la mia bilancia, in questi giorni abbiamo dei problemi di "intolleranza". Per spiegarla meglio, non appena provo ad avvicinarmi, ottengo lo stesso effetto che si ha quando si cerca di fare attaccare due calamite aventi lo stesso polo...

Si dice che il freddo aiuti a bruciare le calorie. O io sono freddo-repellente (anche se ho naso, mani e piedi fuori uso), o le mie calorie in eccesso vogliono rimanere vicine vicine tra di loro per non disperdersi.

Di fare la dieta in questo momento non ci penso proprio, per cui cerco di sfruttare il forno il piú possibile unendo l'utile al dilettevole.

Ne ho approfittato per preparare l'indivia belga in modo alternativo (e calorico, ma tant'é) rispetto alla fredda insalata.

É abbastanza veloce e servono:
  • 4 cespi (si dice cosí?) di Indivia Belga
  • 150 gr. di Bacon a dadini
  • 1 cucchiaio di Farina
  • 1 noce di Burro
  • 1/2 L ca. di Brodo
  • Noce Moscata
  • Parmigiano (a gogó)
  • Sale e Pepe
In un tegame, rosolare il burro con la farina.

Aggiungere i dadini di bacon precedentemente indorati ed il brodo.

Mescolare con una frusta per evitare la formazione di grumi e lasciare addensare. Insaporire con la noce moscata, il parmigiano, il sale (occhio al bacon che é salato di suo!) ed il pepe.

Lavare l'indivia belga, tagliarla a metá e rosolarla con poco burro in una padella.

Adagiarla in una pirofila da forno ed irrorarla con la pseudo-besciamella. Spolverarla con altro parmigiano e metterla in forno caldo a 200° per 10 minuti.

La dieta fa parte dei buoni propositi del 2010 (che tradotto significa: ho un anno di tempo per cominciare)





lunedì 4 gennaio 2010

Soul Kitchen (cliccando sul titolo appare il trailer)

BUON ANNO A TUTTI!!!

Ebbene sí, l'ho visto

So che in Italia arriverá a giorni, ma posso dire in anteprima che é un film carino, a tratti grottesco e che riesce, malgrado i toni cupi dello scenario e della trama stessa, a far ridere e anche un po' a commuovere.

Non rivelo nulla di piú.

Anzi sí: l'assassino é il cuoco cinese...